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“Registriamo positivamente la disponibilita’ di Coca Cola che, su sollecitazione del Ministro delle politiche Agricole Mario Catania, ha dichiarato l’impegno a continuare a lavorare con gli agrumicoltori della Piana di Rosarno-Gioia Tauro“. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti della Calabria Pietro Molinaro nel commentare l’intenzione della Coca Cola di incrementare gli acquisti di arance calabresi rispetto allo scorso anno con un approccio contrattuale pluriennale, dichiarata al termine della mobilitazione promossa a Rosarno “No all’aranciata che spreme agricoltori, lavoratori e inganna i consumatori”. E’, pero’, indispensabile per Coldiretti – sottolinea Molinaro – formulare degli accordi che non prescindano dal riconoscimento dei costi di produzione e dalla remunerazione del prodotto garantendo un prezzo all’agrumicoltore almeno di 15 centesimi al chilo passando anche attraverso un accorciamento della filiera.
Basterebbe – continua la Coldiretti – pagare le arance ai produttori qualche centesimo di piu’ rispetto agli 8 centesimi al chilo attuali, aumentare di alcuni punti percentuali oltre il 12 per cento il succo di agrumi nelle bibite e indicare l’origine delle arance sulle etichette delle bottiglie per spezzare, con trasparenza e legalita’, la catena di sfruttamento che sottopaga il lavoro ed il suo prodotto.
“Ringraziamo il ministro Catania e il management di Coca Cola Italia che ha deciso di confermare la sua fiducia al prodotto agrumicolo italiano per la produzione dell’aranciata destinata al mercato nazionale. Va ora affrontata con il ministero, ma anche con le regioni, la ristrutturazione del comparto agrumicolo calabrese e siciliano”. E’ questo il commento di Confagricoltura dopo l’incontro del ministro delle Politiche agricole e la multinazionale sulla questione delle arance di Rosarno in relazione ai casi di lavoro nero.
“Quanto avvenuto a Rosarno nel gennaio 2010 è alle nostre spalle ma – ha proseguito Confagricoltura – purtroppo rimangono attuali tutti i problemi che caratterizzano la filiera agrumicola: dal prezzo riconosciuto agli agrumicoltori che non è remunerativo, alle opportunità di trasformazione e vendita non completamente colte”.
“E’ stato importante che, con i responsabili della Coca Cola, il ministro abbia discusso anche dei contratti di fornitura e dei termini di pagamento – ha concluso Confagricoltura -. Bisogna dare agli agricoltori certezze per poter definire un percorso operativo chiaro, che impedisca la perdita delle capacità produttive delle aziende che operano in un contesto difficile e che devono programmare la crescita, avviando la graduale e necessaria introduzione di nuove cultivar che ben si adattano alle particolari condizioni climatiche e di terreno delle aree vocate”.