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“Gl’incrementi che l’IMU porta rispetto all’Ici per molti agricoltori sono spropositati, lo andiamo affermando da tempo ed ora anche il Ministero dell’Economia ne sta prendendo atto”, ad esprimersi in questi termini è il presidente della Cia di Reggio Emilia Ivan Bertolini, dopo che la sua Organizzazioni ha svolto una serie di riunioni sul territorio provinciale, con l’effettuazione di diverse assemblee ed una Direzione provinciale, dalle quali sono emerse forti preoccupazioni, mentre monta una certa protesta.
“Al Sottosegretario Vieri Ceriani – aggiunge Bertolini – la Cia ha fornito oltre 350 ‘simulazioni’ di casi aziendali concreti elaborati su tutto il territorio nazionale, compresi diversi formulati dai servizi fiscali della Cia reggiana. L’atteggiamento del rappresentante del Governo è stato di apertura a correggere le storture che si rileveranno da questa approfondita analisi. Confidiamo perciò, convinti di avere forti ragioni da far valere, che entro giugno ci siano provvedimenti per sistemare le incongruenze e gli errori compiuti, e si riveda quindi l’impianto fiscale IMU per il settore”.
“In ogni caso – afferma Bertolini – la Cia sta avviando una mobilitazione per mantenere in vista il problema, ad evitare che il sopraggiungere di problemi o esigenze di cassa facciano dimenticare quanto promesso”.
“Ai Sindaci del nostri Comuni – aggiunge il presidente Cia – lanciamo perciò questo avviso: ad oggi troviamo poca disponibilità ad avere agevolazioni sull’IMU, nella formulazione dei loro bilanci; tengano però conto che il problema potrebbe aprirsi nel giro di pochi mesi. Se contano perciò sui fortissimi incrementi a carico delle aziende agricole, potrebbero dover rivedere i conti a breve termine. Che ci sia un’impostazione errata dell’intera materia è stato ormai autorevolmente ammesso ed è comparso anche su diversi organi di stampa”.
Un “salasso” da un miliardo di euro che rischia di mettere fuori mercato molte imprese, che potrebbe pesare fino al 5% sul fatturato. Questo – secondo i calcoli della Cia – il drammatico impatto che avrà quest’anno l’applicazione dell’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli. Un’imposta iniqua e penalizzante, peraltro su strumenti di lavoro, che metterà in crisi tutta la nostra agricoltura. Per questo il presidente nazionale Giuseppe Politi -ribadisce la Cia- ha sollecitato l’intervento di Mario Monti, dei leader dei partiti politici, delle forze presenti in Parlamento, dei comuni italiani. Ha chiesto anche ai vertici di Camera e Senato la costituzione di una Commissione d’inchiesta per valutare le grandi difficoltà delle imprese agricole, i loro onerosi costi e le conseguenze che avrà l’Imu sugli imprenditori agricoli.
Conti alla mano il quadro Imu per l’agricoltura – sottolinea la Cia, che sulla materia ha condotto un dettagliato studio – è ben chiaro. Il gettito che genererà sui fabbricati rurali strumentali supera i 600 milioni di euro; quello per i fabbricati usati dagli agricoltori ad uso abitativo è di circa 350 milioni di euro. L’applicazione dell’imposta sui terreni agricoli comporterà, inoltre, un esborso di 450 milioni di euro. Le somme che dovranno sostenere le aziende variano da 500-1000 euro per quelle di piccole dimensioni a decine di migliaia di euro per quelle medie e grandi. Se si fa il raffronto -ricorda la Cia- tra quello che il Governo si attende come introito dall’agricoltura in termini di fiscalità (400 milioni di euro) e quello che sarà costretta a sborsare con la nuova imposta (1,4 miliardi di euro), emerge, appunto, un “salasso” da un miliardo di euro, che oggi l’agricoltura italiana non è nelle condizioni di sostenere.