L’aperitivo resiste alla crisi dei consumi delle bibite


Italiani attenti al portafogli anche al bar. Nel 2011 si è quasi fermata la crescita dei consumi di bevande fuori casa, che sono tornate, come in passato, un piccolo lusso da concedersi nei giorni festivi o nelle giornate molto calde. E’ quanto emerge da un’indagine del Gruppo Cda (Consorzio distributori alimentari) su oltre 16 mila pubblici esercizi. Nel 2011 i consumi sono stati poco più che stabili (+0,34% a volume) e un andamento analogo è previsto anche per il 2012, a meno di sorprese da parte del meteo, un fattore sempre più determinante. Dai tagli alle spese superflue si salva solo l’aperitivo alcolico che vede i consumi aumentare a due cifre (+12%). L’happy hour è il momento della giornata in cui si beve fuori casa più volentieri, unendo il piacere di socializzare a uno spuntino che spesso arriva a sostituire il pasto. Anche per questo motivo, è il bar il canale di vendita con le performance migliori (+2,89% a volume), mentre la ristorazione è sostanzialmente stabile e i locali a vocazione serale o notturna soffrono (-1,44%). Tra le varie bevande tengono bene le acque e le birre (che valgono da sole circa il 30% del fatturato di Cda), mentre faticano di più le bibite gassate (-3,72%) e i succhi di frutta (-0,56%). I superalcolici guadagnano l’1% a volume, trainate dai rum (+2,15 %), i più consumati, e dalle vodka (+8%), impiegate per la preparazione di cocktail. (ANSA).

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