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Nel 2011 i consumi alimentari sono calati di oltre il 2% in quantita’ e il 2012 non promette nulla di buono. Il calo atteso del Pil vicino al 2% e soprattutto la crescente pressione fiscale comporteranno un’ulteriore erosione delle vendite e della redditivita’, cosi’ come e’ successo nel 2011. E’ quanto emerge dal Rapporto sull’”Industria alimentare”, in edicola domani con Il Sole 24 Ore. Tutto questo penalizza gli investimenti in ricerca e sviluppo per la produzione di qualita’, quella stessa per la quale a livello mondiale si registra un interesse crescente. Nel 2011 l’export del vino ha battuto ogni record storico, superando la soglia dei 4 miliardi, e il prossimo Vinitaly (in programma a Verona dal 25 al 27 marzo) registra gia’ il tutto esaurito in termini di espositori esteri e ospiti internazionali.
E proprio su Vinitaly e sulle terre del vino italiano si concentra il Rapporto “Industria alimentare” del Sole 24 Ore di domani: focus sul Carso e sui vitigni Vitovska, Terrano e Malvasia, dove una bottiglia su tre fra quelle prodotte viene venduta all’estero, con una stima di 600mila bottiglie per un totale di 6 milioni di euro di fatturato. Viene raccontata anche l’eccellenza delle terre del Bordeaux, dove il turismo del vino e’ in forte crescita, come conferma il Consorzio del Brunello, che ha stimato una crescita del giro d’affari dei vini di Montalcino del 10%, con 10 milioni di bottiglie e ricavi superiori a 111 milioni di euro.
L’interesse crescente per il cibo all’italiana e’ testimoniato anche da Cibus, il salone dell’alimentazione (terzo in Europa) che si svolgera’ in maggio a Parma e che registra un altro “tutto esaurito”. E’ l’interesse per il nostro modo di vivere e mangiare che spiega il costante aumento di presenze alle fiere di settore, cosi’ come la conoscenza e il consumo degli alimenti italiani di qualita’ cresce a ritmi vertiginosi in tutto il mondo, compresi i Paesi Bric. Nel 2011 infatti l’export e’ balzato del 10% a 23 miliardi; basti pensare che il booking effettuato dai buyer overseas per Cibus ha gia’ raggiunto numeriche triple rispetto al 2010.