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Nessun c’é stato alcun progresso nella lotta all’inquinamento dell’acqua da parte dell’agricoltura negli ultimi dieci anni. Mentre l’acqua dolce é diventata una risorsa sempre più vitale, le campagne hanno continuato a consumare poco meno del 70% di quella impiegata nel mondo. Lo afferma il rapporto dell’Ocse “Qualità dell’acqua e agricoltura: una sfida per le politiche pubbliche”, che invita i governi a una svolta: nel 2050 le persone che soffriranno per la carenza di acqua potabile saranno quasi una su due, il 47% della popolazione, nel 2005 erano il 44%. Nei paesi Ocse, quelli industrializzati, restano elevate sia la concentrazione degli inquinanti che l’ampiezza delle superfici contaminate nonostante gli Stati spendano miliardi per ridurre l’inquinamento. Aggravano la situazione i cambiamenti climatici e l’aumento dei prezzi delle materie prime, che incentiva produzioni intensive, tendenzialmente più inquinanti. “Sono necessarie politiche più efficace per garantire una gestione sostenibile dell’acqua in agricoltura”, afferma l’Ocse sollecitando una serie di misure. Tra le altre: maggiori controlli per assicurare il rispetto delle normative, l’abolizione degli aiuti legati alla produzione; l’adozione del principio per cui chi inquina, paga; e l’analisi dei costi e dell’efficacia delle politiche antinquinamento finora adottate