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La cucina rinascimentale in Germania
“non ho mai mangiato tanto male e aspettato tanto a lungo come nelle taverne tedesche. La prima portata consiste in una brodaglia con dentro pezzi di pane, in cui nei giorni di festa aggiungono un po’ di verdura; segue carne riscaldata, carne in salamoia, o pesce sotto sale.”
Chi si lamenta con tanta eloquenza della gastronomia tedesca e’ l’erudito umanista Gerhard Gerhards, meglio noto come Erasmo da Rotterdam. Dunque la Germania del Cinquecento era, astronomicamente parlando, una landa desolata? Assolutamente no, infatti il noto buongustaio Michel de Montaigne, scrittore francese scrisse, a proposito delle taverne di Augusta:
Offrono selvaggina, beccacce, lepri in abbondanza che cucinano in maniera affatto diversa da noi. In nessun altro luogo abbiamo trovato una carne cosi’ tenera come quella che ci servivano li’ ogni giorno. Accompagnano la carne con prugne, pere e fette di mela; una volta iniziano con l’arrosto e terminano con la minestra, un’altra ricominciano in ordine inverso.
Di sicuro la Germania del XV secolo non era la patria dei ristoranti a tre stelle, tuttavia aumentava il numero dei critici gastronomici che, come appunto Michel de Montagne, dopo aver soggiornato nelle città tedesche affermavano di non aver mai mangiato meglio in vita loro. In linea generale, i giudizi sulla cucina tedesca erano vari quanto l’aspetto del paese stesso, diviso e sconvolto al suo interno. Chi voglia descrivere l’alimentazione e l’arte culinaria tedesche nell’età del Rinascimento e della Riforma, deve parlare della nobiltà, anzi meglio dei ricchi commercianti, che dal Rinascimento italiano ripresero e perfezionarono la gastronomia e il galateo della tavola. Nei fiorenti centri urbani, dove anche un abile artigiano poteva raggiungere un modesto benessere, si andò lentamente formando quella che in seguito si sarebbe chiamata la cucina della buona borghesia