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“Il Carnaroli è un’antica varietà di riso che nulla ha a che vedere con gli organismi geneticamente modificati”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello in riferimento alle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera a favore degli Ogm, in cui il ministro indica il riso Carnaroli, prodotto anche in Emilia Romagna, soprattutto nel ferrarese, tra i prodotti Ogm. “Le dichiarazioni del ministro – ha detto Tonello sono l’ultimo caso di sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy che hanno portato in piazza Coldiretti con l’alleanza di consumatori ed ambientalisti che condividono la battaglia per una Italia libera da Ogm, da Federconsumatori a Adusbef fino a Codacons, da Legambiente a Slowfood fino all’Aiab e molti altri insieme a centinaia di comuni e le Regioni che all’unanimità hanno più volte chiesto al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia per vietare precauzionalmente la coltivazione degli Ogm in Italia”.
A differenza di quello che dichiara il Ministro “tecnico”, l’ingegneria genetica e la transgenesi – sottolinea la Coldiretti – non centrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano e la Cipolla Rossa di Tropea e la vite nero d’Avola, che subiranno gravi danni economici sul mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune. Bisogna conoscere la differenza tra gli incroci e gli ibridi rispetto all’ingegneria genetica. E a proposito di innovazioni che rischiano di depotenziare il Made in Italy come leva strategica di crescita del Paese, l’agricoltura italiana – sostiene Tonello – ha primati nel mondo per valore aggiunto per ettaro. biodiversità e denominazioni di origine e non abbiamo proprio bisogno copiare nessun altro modello molto meno sostenibile ed avanzato del nostro.
Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy come sanno il 71 per cento degli Italiani che esprimono una forte contrarietà, ormai costante da anni secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg nel tempo. E per quanto riguarda le coltivazioni Ogm a scopi energetici, il Ministro dovrebbe sapere – continua la Coldiretti – che in un Paese come l’Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientali e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm. La ricerca è importante ma deve avere obiettivi sostenibili, condivisibili e utile per il benessere della società e non quando serve a fare arricchire poche multinazionali.
Non ci sono ragioni – continua la Coldiretti – per riaprire una polemica di cui il Paese non sente certo il bisogno e su cui i cittadini hanno già detto tutto proprio nel momento in cui le grandi multinazionali del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici (Ogm) destinati all’Unione europea, per la crescente opposizione della maggioranza dei cittadini. Gradiremmo infine – conclude Coldiretti – che il Ministro Clini si occupi a tempo pieno di energie rinnovabili finalmente adottando quel decreto sugli incentivi che attendiamo ormai da molti mesi così come gradiremmo la sua attenzione al tema del recupero energetico degli effluenti di allevamento per la produzione di biogas invece di creare l’illusione di colture no food che magari saremmo costretti a importare dai paesi del sud già oggetto di deforestazione.