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Sì ad una politica comune della pesca “che tenga conto dello stato di grave crisi in cui si trova la risorsa, ma con soluzioni che siano tecnicamente compatibili con la pesca nel Mediterraneo e socialmente gestibili. Tra queste: no allo sbarco a terra del pesce sottotaglia”. Lo ha detto oggi a Bruxelles il ministro per le politiche agricole Mario Catania, che ha tenuto a chiarire “quella che sta diventando una criticità nel negoziato europeo sulla riforma della politica comune della pesca: ossia la tematica dei rigetti in mare”. Al riguardo, la Commissione europea tende a vietare qualsiasi tipo di rigetto: per Bruxelles infatti anche i pesci sottotaglia dovrebbero essere sbarcati. “Noi diciamo – spiega invece Catania – che il principio è condivisibile e quindi bisogna andare in quella direzione. Ci sono però alcune questioni che vanno regolate, in particolare mi preme – dice – di non avere l’obbligo di sbarco a terra per il sottotaglia. Se lo facessimo alimenteremmo un circuito illegale perché è difficilissimo poi controllare a terra che fine fanno quelle risorse”. Insomma, “i pesci sottotaglia sono troppo appetibili sul mercato e diventa un problema controllarne la destinazione”. Da parte di molti Paesi Ue c’é una profonda avversione nei confronti della proposta della Commissione europea sui rigetti e questo elemento rischia di diventare un nodo negoziale. Oggi il consiglio dei ministri Ue, dedicato alla futura riforma del settore della pesca nell’Ue, terrà un secondo dibattito sull’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e, successivamente un confronto sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.