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Sulla riforma della politica della pesca in Europa, “mi pare che le cose cominciano a muoversi significativamente: si procede verso un accordo”. Lo sostiene il ministro per le politiche della pesca ed dell’agricoltura, Mario Catania che si è detto anche “ragionevolmente positivo in quanto il clima che si è creato con la Commissione europea è buono, e con la stessa commissaria europea alla pesca Maria Damanaki, che era solo alcuni giorni fa a Roma, c’è stata un’ottima riunione bilaterale”. Anche oggi, ha aggiunto il ministro, “ho trovato nelle sue risposte al dibattito pubblico diverse indicazioni che vanno nel senso che avevo richiesto: sia sul tema dei rigetti in mare, sia su quello del Fondo di finanziamento europeo, sia per l’organizzazione di mercato”. In particolare, sulla proposta relativa al Fondo Ue due le richieste presentate dall’Italia. In primo luogo, la possibilità di erogare anche in futuro aiuti per il fermo temporaneo di pesca che oggi viene remunerato con finanziamenti del Fondo Ue, mentre nella proposta della Commissione questa possibilità non sarebbe prevista. Su questo punto Catania si dice “moderatamente ottimista”. L’Italia chiede anche di continuare a dare un aiuto per la demolizione dei pescherecci. “E’ una misura che riteniamo utile – spiega il ministro – mentre la Commissione ritiene non sia un buon utilizzo delle risorse finanziarie. Io penso che sarebbe bene conservare questa misura almeno per un certo numero di anni”. Infine, sull’organizzazione del mercato della pesca, Catania condivide l’importanza di sostenere le organizzazioni di produttori in quanto – dice – nella filiera troppo poco valore resta al pescatore e all’impresa di acquacoltura rispetto al prezzo finale”. I negoziati continueranno nei prossimi mesi. (ANSA).