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L’Italia è tra i paesi più ricchi di risorse idriche, 2.800 metri cubi per abitante l’anno cioé una disponibilità di circa 52 miliardi di metri cubi. La media in tutte le regioni è di 400 metri cubi per abitante, pari a 10 volte in più rispetto alla disponibilità nei paesi del sud del Mediterraneo. Su questo è incentrato il rapporto ‘Ambiente Italia’ 2012 di Legambiente e Istituto Ambiente Italia, presentato in occasione della giornata mondiale dell’acqua prevista per il 22 marzo. Lo studio, ‘Acqua bene comune, responsabilita’ di tuttì, ricorda che nonostante l’abbondanza di acqua pro-capite ci sono problemi di scarsità idrica nei mesi caldi, sia al sud che al nord. La disponibilità reale più alta è nel nord-est con 1.975 metri cubi per abitante l’anno, mentre la minima si registra in Puglia con 220 metri cubi per abitante l’anno. Il settore agricolo, si legge nel rapporto, è di gran lunga il principale utilizzatore d’acqua con “almeno 20 miliardi di metri cubi l’anno” anche perché “l’irrigazione è basata su tecniche inefficienti”; seguono il settore civile (9 miliardi l’anno, 152 mc a testa), l’industria (8 miliardi l’anno), la produzione di energia (5 miliardi l’anno). Il prelievo eccessivo, “oltre 40 dei 52 miliardi di metri cubi disponibili”, provoca “problemi di qualità delle acque superficiali e sotterranee”, non permettendo “la circolazione idrica naturale”. Inoltre sono “ancora irrisolti i problemi degli scarichi inquinanti civili e industriali, i depuratori mal funzionanti, l’artificializzazione dei corsi d’acqua”.Tra le proposte di Legambiente investimenti e rimodulazione delle tariffe per coniugare l’efficienza del servizio con la tutela della risorsa idrica. Per Legambiente “la nuova tariffa dovrà garantire gratuitamente 50 litri d’acqua pro-capite al giorno, oltre i quali va definita una tariffazione progressiva che scoraggi i grandi consumi e gli sprechi”. Secondo lo studio si stima che ci sarebbero “effetti occupazionali di una politica di investimenti nel settore idrico (sia Servizio idrico integrato sia l’iniziativa privata) attraverso l’inclusione degli interventi idrici nel ‘bonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie’”. A fronte di “un investimento totale di poco più di 27 miliardi di euro in 10 anni si creerebbero poco meno di mezzo milione di posti di lavoro” circa “45.000 posti di lavoro l’anno per 10 anni”. In Italia, conclude Legambiente, “l’acqua costa troppo poco e se ne consuma troppa. Assicurato l’accesso universale e la fornitura minima, il prezzo dell’acqua va fissato tenendo conto che si tratta di un bene scarso”. (ANSA)