I sapori di Torun sulla scia del pan di zenzero

I sapori di Torun sulla scia del pan di zenzero Nei sotterranei della casa-museo di Nicolò Copernico, il geniale astronomo padre della teoria eliocentrica, ricca di cimeli astronomici e documenti appartenuti allo scienziato, a cui è stato anche dedicato un monumento in bronzo nella piazza principale della città , non si potrà fare a meno di visitare la mostra “World of Torun Gingerbread” e il laboratorio “piernikarskiego”. 

 

Nei sotterranei Olga nel tradizionale costume polacco, attende i visitatori per rivelare loro i segreti della preparazione del famoso pan di zenzero di Torun in base alle ricette che si tramandano dal medioevo, utilizzando gli stampi di legno, che sono la copia fedele di quelli originali antichi, molti dei quali andati perduti a seguito degli eventi bellici.

Il pan di zenzero viene preparato dagli stessi ospiti, che potranno poi portar via per ricordo la loro creazione «che si manterrà per anni», ci dice la signora Olga. Il pan di zenzero anche detto dai locali “pierniki”, pan pepato, viene impastato con farina e acqua a cui viene aggiunto miele, zenzero, cannella, noce moscata, pepe nero, anice, chiodi di garofano e cardamone e un po’ di vodka per meglio conservarlo e preparato nel momento della nascita di una figlia, come offerta di dote per quando si sposerà. Si riallaccia a questa tradizione la storia del biscotto della Caterina, la figlia di un maestro panettiere, che fu conquistata dal garzone della bottega, che per lei preparò un pan di zenzero con due anelli collegati da un cuore.
Questo biscotto, insieme a tanti altri dolci, come la “kremowka”, il dolce del Papa San Giovanni Paolo II ( se si è fortunati si può trovare nelle pasticcerie di Torun), si completa degnamente se accompagnato da un bicchierino di vodka o meglio ancora da un bicchierino di idromele, una bevanda fermentata a base di miele, aromatizzata con cortecce e radici che risale ai Maya, la famosa civiltà precolombiana. La leggenda vuole che l’idromele fosse la bevanda preferita dal re dei Vichinghi, Odino. La sua maggiore diffusione la si ha oggi nelle zone fredde del Nord Europa, ma rispetto alla vodka la sua gradazione alcolica non supera i 14 gradi. E sempre sulla scia della sua forza propiziatoria pare che nella settimana successiva al matrimonio, fosse uso comune, consumare idromele per aumentare le probabilità di nascita di un erede maschio e da qui sembra che derivi il termine “luna di miele”.
Sul finire di agosto grande interesse ha suscitato a Torun il Festival internazionale  “Bella Skyway”, giunto alla sesta edizione, che ha trasformato il centro cittadino, attraverso giochi di luce, in un enorme laboratorio sperimentale, imperniato su scienza e astronomia, con l’obiettivo di comunicare al numeroso pubblico, in modo insolito e stimolante, la bellezza della luce. Per cinque giorni alcune costruzioni effimere sono diventate parte del paesaggio urbano, mentre alcune facciate degli edifici si sono trasformate in schermi cinematografici in 3D.
Il turismo è in crescita – ha detto il direttore dell’Agenzia Informazione Turistica di Torun (www.it.torun.pl), Szymon Wisniewski – e la città attira oltre un milione e seicentomila visitatori all’anno». Il Festival internazionale ha ospitato nella principale via di Torun  – per la prima volta in Polonia – un’ importante installazione di luci, dell’artista salentino, Luciano Mariano, considerato “Maestro della Notte”, per catturare i segreti e i misteri della luce. « Quest’anno – egli ci ha detto – abbiamo voluto illuminare il buio della notte di Torun con la “Galaxy Gallery”, un allestimento barocco che ricorda la nostra tradizione meridionale». Attraverso un gigantesco portale si è potuto accedere come in una navata centrale di una chiesa, guidati dalla voce inconfondibile del grande Luciano Pavarotti in un applauditissimo “Buongiorno a te” come “buongiorno alla vita”. Torun è a circa 200 chilometri a nord di Varsavia, ben collegata alla capitale con diversi treni. La Città Vecchia, col suo sistema urbanistico originale medievale, edificata con calcio, malta e mattoni, che hanno permesso la sua perfetta conservazione nel tempo, è stata inclusa nel 1997 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
La città, fondata dai Cavalieri Teutonici nel XIII secolo, per la sua strategica posizione geografica, divenne poi un importante porto anseatico intorno al 1280, raccogliendo ricchezze che permisero la costruzione di tanti eleganti edifici gotici visibili ancora oggi. Il complesso urbano è costituito  dalla Città vecchia e dalla Città nuova.  È possibile raggiungere le rovine del Castello dei Cavalieri Teutonici, distrutto durante la rivolta borghese contro l’Ordine.  A proposito di leggende ce n’è una che ricorda come furono allontanate le rane da Torun, una vera calamità per il borgomastro. Fu un certo Ivo che, suonando magicamente il violino, le portò fuori dall’abitato.  Oggi accanto all’antico municipio della città vecchia, attuale museo regionale, c’è una fontana con la statua del “flisak”, il barcaiolo vistolano, che ha dato vita a questa romantica leggenda.  Per saperne di più sulla Polonia e le sue tradizioni gastronomiche si può consultare il sito dell’ Ente Nazionale  Polacco per il Turismo: www.polonia.travel/it.

A proposito della cucina polacca, essa è sostanziosa, a base di dense minestre e salse, arricchite da abbondanti quantità di patate e gnocchi, molta carne e poche verdure come il sedano, il cavolfiore, il porro e soprattutto quelle utilizzate per il brodo, fatte conoscere ai polacchi dalla milanese Bona Sforza d’ Aragona che, andò in sposa a Sigismondo I il Vecchio. Altri ritengono che queste verdure erano già note in quel tempo e che la regina diede solo un impulso maggiore alla loro diffusione. Gli aromi caratteristici dei piatti caldi sono aneto, maggiorana, semi di cumino e funghi selvatici; tra le pietanze che si ritrovano più facilmente vi sono “bigos”(crauti e carne) e “barszcz”(minestra di barbabietole rosse), che si potranno assaporare accanto a dell’ottima birra a Torun al ristorante Jan Olbracht, come anche all’Hotel 1231, che prende il nome dalla data di fondazione della città.

 

 

Vera De Luca

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