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La Francia è sempre più il paradiso dei vini biologici. Se il consumo era già aumentato nel 2008, ora si può quasi parlare di un boom, tanto che nonostante le già numerose conversioni da parte di cooperative, non sempre si riesce a soddisfare la domanda. “In seguito a due vendemmie più scarse del solito, i prezzi sono relativamente alti, ma il mercato nazionale funziona bene”, aggiunge José Serrano, addetto agli acquisti e al management della qualità presso l’importatore Peter Riegel, di Orsingen in Germania.
Per quanto riguarda la Germania, dove il comparto alimentare registra una flessione negli incassi, la propensione al consumo di alimenti biologici rimane stabile. “I clienti scelgono prodotti che aumentano il fattore benessere e fra questi vi sono anche i vini bio”, spiega Kristina Simon della Moselland-Marketing, in un comunicato diffuso dal Biofach di Norimberga.
In Germania, nel secondo semestre del 2009 si prevede un aumento delle vendite che potrebbe raggiungere il 10%. “Generalmente i clienti sono disposti a spendere di più per prodotti biologici che non per i prodotti convenzionali. Anche in passato si è visto che la situazione economica ha pochi effetti sulle produzioni agricole bio. I vini da coltivazione biologica partono da una buona posizione,” spiega Peter Riegel, amministratore dell’omonima azienda di importazione vini. Secondo VivoLoVin, l’andamento straordinariamente positivo delle ordinazioni di giugno e luglio 2009 potrebbe compensare i mesi in cui le vendite sono state scarse.
Entrando nel dettaglio, i vini tedeschi rimangono privilegiati nel mercato interno, in particolare quelli con una bassa percentuale alcolica. La domanda per i vini biologici prodotti in Spagna, Italia ed Austria continua a svilupparsi positivamente mentre è più delicata la situazione per i francesi a causa degli aumenti di prezzo. I tipi di vino più richiesti sono i rossi, ma anche la domanda di rosé, specialmente nella fascia di prezzi più bassa, è positiva.
In Austria, i bio viticoltori sono più che soddisfatti dell’andamento del 2009. Non solo perché si prevede un aumento delle esportazioni dell’8 % verso la Germania, ma anche per l’ottima proiezione sul mercato giapponese. “Le esportazioni verso il Giappone si sono sviluppate splendidamente. Se nel 2007 le aziende che esportavano in Giappone erano ancora tre, negli ultimi tre anni si sono raddoppiate”, spiega soddisfatto Jürgen Schmücking di BioAustria, associazione con sede a Linz, in Austria, che promuove la coltivazione biologica. Risultato ottenuto, spiega, grazie anche alle opportunità derivanti dalla manifestazione in Giappone della fiera di Norimberga.
La situazione è positiva anche nell’Austria stessa che, spiega BioAustria, forse è dovuta in parte proprio con la crisi. “Secondo noi c’è un ritorno ai prodotti autentici e genuini, ” è il commento di Jürgen Schmücking. “Nel 2009 ci sarà una netta crescita perché l’agricoltura biologica potrà disporre quest’anno di vigneti completamente certificati.
In Italia vi è un forte divario fra nord e sud. Per chi vende vini biologici attraverso la ristorazione, quest’anno si prospetta generalmente difficile, mentre la situazione del commercio specializzato è invece relativamente buona. La grande offerta consente di tenere calmierati i prezzi per un prodotto che è venduto, quasi esclusivamente al nord, mentre sul fronte dell’export la competizione si fa sentire.
Una grande offerta e un mercato interno ancora di poco rilievo anche per la Spagna dove il 90 % dei vini prodotti biologicamente vengono esportati. “La domanda interna è diminuita e i prezzi dei vini sia convenzionali che ecologici sono crollati, spiega José Serrano della Peter Riegel . Soprattutto le cooperative hanno forti problemi a smerciare i vini prodotti”.
Fonte: greenplanet