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Sono numerose le leggende che vedono protagonista l’albero di fico. I farmacisti ateniesi portavano collane di fichi secchi.
Si narra che il fico sia l’unico albero che non fiorisce ed i suoi frutti non abbiano profumo in quanto – secondo la leggenda – vi si impiccò Giuda. Un’altra leggenda suggerisce di dormire sotto il fico in quanto porti fortuna; un’altra invece incita a non farlo in quanto durante il sonno potrebbe apparire in sogno una cattiva strega con un coltello in mano che lo interrogherà su come intenda afferrarlo: se risponderà per la lama, sarà la sua fine; se dirà per il manico ne riceverà gran fortuna. E ancora: sotto un albero di fichi è facile trovare un tesoro; sognare fichi secchi indica una prigionia imminente
Nell’Antica Atene i farmacisti del tempo portavano al collo collane di fichi secchi, perché ritenuti dotati di virtù purificatrici. La Scuola Salernitana indica il fico adatto per rivolgersi a Venere. Era infatti ritenuto, nella antica simbologia, la rappresentazione del sesso femminile. Un detto siciliano vuole che le qualità di un fico siano: mòro, lacrimùsu, divótu e pillirinu: moro, cioè scuro; lacrimoso, perché stillante miele, quindi perfettamente maturo; devoto, perché deve avere il “collo storto” (il picchio), come i bacchettoni, falsi devoti, che piegano il collo ostentatamente; pellegrino, infine, perché deve avere la pelle esterna leggermente logora, come la veste del pellegrino, segno di giusta maturazione
Conosciuta sin dall’antichità sia per ragioni alimentari che ornamentali, appartiene alle Moracee e comprende circa 600 specie. E’ diffusa in tutta l’area del Mediterraneo anche se è originaria dell’Anatolia e della Siria
Sembrerà strano, ma il fico è una pianta “al femminile” essendo considerato l’albero del latte, la Pianta Nutrice dispensatrice del Cibo Materno. Detto questo, il Ficus appartiene alle Moracee e comprende circa 600 specie presenti nelle zone tropicali, sub tropicali e temperate boreali. Pianta estremamente conosciuta sia per ragioni alimentari e ornamentali, il più comune è il fico domestico o fico femmina ( Ficus carica L.), noto per i polposi siconî (i falsi frutti) di color bianco o nero.
Noti fin dall’antichità, i fichi erano molto graditi dai greci e dai romani e vengono citati anche nel Vecchio Testamento, come simbolo di abbondanza. Ai tempi dell’antica Grecia questi frutti erano considerati “degni di nutrire oratori e filosofi”, Platone era ghiottissimo di fichi secchi. Anche Cicerone cita il ficus carica, spiegando che la parola Carica fonda la sua origine dalla “Caria”, provincia orientale di Roma e dalla quale furono importati gli innesti per il fico nostrano.
La sua diffusione comprende tutta l’area mediterranea, anche se la specie è originaria dell’Anatolia e della Siria. Di qui passò poi in Asia occidentale e in Africa settentrionale, come testimonia la descrizione della morte della regina Cleopatra che, in una delle numerose leggende, si narra fu uccisa dal morso di serpenti velenosi nascosti in un cesto pieno di fichi maturi.
La pianta del fico si trova allo stato spontaneo in tutte le zone che circondano il Mediterraneo. Non cresce però solo lungo i litorali, ma vegeta bene anche nelle zone soleggiate e riparate.Alcune specie, come le bifere, maturano due volte l’anno, mentre le unifere, fruttificano solo una volta. I fichi che maturano a maggio sono i fioroni, sono in genere più grossi e meno dolci di quelli che maturano a luglio e agosto (detti fichi forniti), e in settembre (fichi tardivi). Sono frutti molto dolci pur avendo un contenuto calorico medio: 47 kcal per 100 g, molto inferiore all’uva e ai mandarini. I fichi freschi sono frutti molto delicati, il che rende molto difficile il trasporto e la commercializzazione.
Deliziano il palato in ogni occasione, ma la loro apoteosi si celebra sulle tavole delle festività natalizie. I fichi secchi si producono facendo essiccare al sole per circa una settimana i fichi freschi e poi sterilizzati con diverse procedure. Se il fico secco di per sé è gia una prelibatezza, i gourmet si sono sbizzarriti nell’abbinarli ad altre delizie. Eccoli allora a far da panino ad altra frutta secca, queli noci e mandorle, oppure ricoperti da una spessa glassa di cioccolato. in seguito vengono sterilizzati in vari modi e commercializzati.
Come quasi tutte le varietà di frutta, i fichi si possono trasformare in marmellata al naturale oppure arricchita con il limone, l’arancia o anche con l’aggiunta di liquore. E ancora fichi canditi e caramellati da consumarsi.. come si vuole, ma tra le ultime tendenze si abbinano sempre più con i formaggi, meglio se piccanti, molto saporiti, a lunga stagionatura. Ma, dobbiamo dire, i fichi non disdegnano far compagnia a buone caciottine dolci a pasta semi stagionata!
fonte aiol.it