Gli italiani scoprono la doggy bag, quattro su dieci portano a casa gli avanzi

Complice la crisi, cambiano i comportamenti al ristorante: e i locali si attrezzano con confezioni e tappi per le bottiglie non consumate completamente. La novità emerge da una ricerca commissionata dall’editrice Sitcom, che presenta la guida «La gola in viaggio»

Si sta diffondendo anche in Italia l’abitudine rutta americana di portarsi a casa dal ristorante i cibi avanzati. Quattro italiani su dieci, infatti, tornano a casa conq uella che gli americani chiamano, a scanso di imbarazzi, «doggy bag», ovvero «borsa per il cane». Anche se poi quei rimasugli non finiscono in genere nella ciotola di Fido. È quanto emerge da una ricerca condotta da Sitcom editore in occasione della presentazione dell’edizione 2010 della guida enogastronomica «La Gola in Viaggio», che avverrà domani a Roma. La ricerca, che ha interessato un campione di 937 italiani e 118 ristoranti, ha messo in evidenza come risparmio e praticità siano diventati per gli italiani a tavola la priorità. Etnici, di lusso ed economici, anche i ristoranti accettano di buon grado questo trend. Dei 118 esercizi commerciali interpellati, ben 71 hanno segnalato infatti che almeno una volta i clienti hanno richiesto di poter portare a casa le pietanze non consumate, mentre solo 26 dichiarano di non essersi mai trovati in questa situazione. Il 30 per cento di questi 71 è rappresentato da ristoranti di fascia media, il 26 per cento di fascia alta e il 15 per cento da osterie e trattorie di fascia bassa. Quanto al contenuto delle «doggy bag», avvolti nella stagnola finiscono bevande, dolci ma anche primi e secondi piatti.
Certo, c’è anche chi mai e poi mai. Se infatti il 39,9 per cento del campione intervistato ammette di fare la fatidica richiesta a fine pasto, il 53,3 per cento afferma di non essersi mai trovato in questa situazione. Tra gli oltranzisti degli avanzi in molti si giustificano parlando di un modo per combattere gli sprechi (40,1 per cento), il 19,9% afferma di voler gustare anche a casa le prelibatezze del ristorante, un piccolo 6,2 per cento di pigri invece spiega che è un modo per non dover cucinare il giorno seguente.
Proprio nella redazione del volume «La Gola in Viaggio», che ha monitorato e segnalato 10.130 ristoranti su tutto il territorio nazionale, Sitcom Editore ha constatato che molti esercizi si sono organizzati in tal senso, con confezioni apposite e tappi multiuso per le bottiglie più pregiate: il tutto compreso nel conto. Un valore aggiunto dunque che invoglia il consumatore a frequentare il ristorante con maggiore frequenza, soprattutto in tempi di crisi economica. «È molto interessante ciò che emerge da questa ricerca – spiega Corrado Azzolini, direttore generale editoriale Sitcom e amministratore delegato di Sitcom Editore -. Come editore di una guida ai ristoranti non posso che prendere atto dell’esistenza, anche in Italia, di questa nuova tendenza, forse dettata anche dal desiderio di far fruttare quanto si spende al ristorante o, magari, nel non voler vedere sprecato del buon cibo. Devo dire, però, a titolo del tutto personale, che questo nuovo trend d’oltreoceano non mi entusiasma. Ritengo più opportuno, e anche molto pratico, chiedere al ristoratore la classica mezza porzione, magari abbondante, come avrebbe detto il buon Totò.


autore Andrea Cuomo

fonte Il Giornale

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