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Il ragu’ Napoletano è un rito che in ogni famiglia napoletana si celebra per onorare, con questo atto d’amore, il sole, il mare, la bellezza e i profumi di questa terra. Il ragù va seguito, guidato per almeno sei ore, senza mai essere abbandonato. Questa salsa ha meno di tre secoli di vita; in effetti il Corrado ne ignora la preparazione e il Cavalcanti ne dà tre distratte preparazioni, chiamandole poi incidentalmente “stufato”. Il nome viene certamente dal francese; ragoût, infatti, significa anche “vivanda che piace e che stuzzica l’appetito”.
Il ragù è presente in tutta la letteratura napoletana: Giuseppe Marotta ne L’oro di Napoli, gli dedica addirittura un capitolo, nel quale si legge tra l’altro “il cielo di Napoli presiede anche in altri modi alle sorti del ragù, perché il ragù non si cuoce, ma si consegue, non è una salsa, ma la storia e il romanzo e il poema di una salsa. Dal momento in cui il tegame viene posto sul fornello e la cucchiaiata di strutto dubita, si commuove e slitta cominciando a fondersi, fino al momento in cui il ragù è veramente pronto, tutto può succedere e può non succedere a danno o a vantaggio di questa laboriosissima salsa che impegna chi la prepara come un quadro impegna il pittore”.
Di Eduardo la poesia O rraù:
O rraù ca me piace a me
M’ ’o faceva sulo mammà.
A che m’aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun songo difficultuso;
ma luvàmmel’ ’a miezo st’uso.
Sì, va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avèssem’appicceca?
Tu che dice? Chest’è rraù?
E io m’ ’o mmagno pè m’ ’o mangià…
M’ ’a faje dicere na parola?…
Chesta è carne c’ ’a pummarola.
Fare un “bel ragù” non è difficile.
INGREDIENTI
150 g di prosciutto crudo – 1 kg e mezzo di codino di manzo – 500g di cipolle – sugna – 50 g di lardo – 1 dl di olio – 250 g di vino rosso – 400 g di concentrato di pomodoro
PREPARAZIONE
Lardellate la carne con il prosciutto e legatela. Ponetela in una casseruola con le cipolle e il lardo passati al tritatutto, la sugna, l’olio d’oliva, sale e pepe. Coprite e lasciate cuocere a fuoco basso, girando ogni tanto la carne; quando le cipolle cominceranno a prendere colore, scoprite e mescolate più spesso, quindi aggiungete poco alla volta il vino e lasciatelo evaporare. Dopo circa due ore le cipolle saranno rosolate e quasi sfatte, ogni traccia di liquido sarà scomparsa e sarà rimasto solo il grasso. Aumentate di poco il fuoco e aggiungete un cucchiaio di concentrato di pomodoro sciolto in mezzo bicchiere d’acqua e continuate così fino a esaurimento del concentrato.
Aggiungete allora due mestoli d’acqua, abbassate ancora, se è possibile, il fuoco, coprite la casseruola e lasciate andare piano piano per altre due ore, badando sempre che ci sia acqua a sufficienza.
Perché un ragù sia degno di questo nome la salsa si deve presentare scurissima, untuosa, lucida e densa. Togliete allora la carne dal sugo, cuocete la pasta, paccheri o ziti, al dente e godetevi questa delizia