La dietetica nel Rinascimento

 

 I precetti igienici e i consigli per vivere sano di Leonardo da Vinci, scritti nella forma letteraria nota sotto il nome di regimen sanitatis (dal Codice Atlantico, F 213v), seguono le regole della semplicità e del piacere, si basano sul principio che la buona salute si ottiene e si mantiene prima di tutto con una sana alimentazione.

Coniugare benessere e piacere della gola, salute e appagamento dei sensi è un’esigenza fondamentale dell’uomo, a cui ogni epoca ha dato risposte diverse, dettate da conoscenze scientifiche, teorie filosofiche, concezioni dell’esistenza e possibilità reali di approvvigionamento del cibo diverse.

Tra Umanesimo e Rinascimento, in Italia più che nel resto d’Europa, cuochi, professionisti della tavola, medici, letterati scrivono numerose opere dedicate alla gastronomia. Nei loro scritti la tavola è il luogo del nutrimento, ma anche della civile conversazione, scuola del saper vivere, delle buone maniere improntate agli ideali cortesi di bellezza, grazia e disinvoltura; luogo deputato, infine, alla manifestazione del potere, della raffinatezza, della ricchezza di re, principi, signori, papi e potenti della Chiesa.

Le tradizioni gastronomiche italiane nel Rinascimento affondano le loro radici nei trattati di fine Trecento che, oltre a definire nuove regole di comportamento, l’arte del banchetto e del ben ricevere, riportano numerosi ricettari. Modelli di riferimento sono, in primo luogo, il Liber de coquina, il più antico libro di cucina, composto a Napoli probabilmente alla fine del Duecento, rimaneggiato e copiato nei due secoli successivi, e i Theatra ei Tacuina, trattati tipici del Trecento e del Quattrocento, derivati da antichi erbari che descrivono erbe medicamentose, indicano norme  igieniche e esaminano le qualità dei cibi.
Dal Medioevo ha origine anche, in linea con le esigenze del calendario liturgico, l’alternanza di menù per i giorni “di magro” e per i giorni “di grasso”, risolta a volte con ricette descritte nelle versioni “grassa” o “magra”, da seguire secondo necessità. Altri componenti essenziali dei gusti gastronomici  medievali, ancora attuali in epoca rinascimentale, sono l’utilizzo copioso delle spezie nei menù dei potenti, la predilezione per i sapori agrodolci, la cura nella preparazione di banchetti stupefacenti.

Teodorico Sempre Augustus bono
Se voi star sano, osserva questa norma:
non mangiare senza voglia, e cena leve;
mastica bene, e quel che in te riceve,
sia ben cotto e di semplice forma.
Chi medicina piglia mal s’informa:
guarti dall’ira e fuggi l’aria greve;
su diritto sta, quando da mensa leve;
di mezzogiorno fa che tu non dorma.
El vin sia temprato, poco e spesso
Non for di pasto né a stomaco voto,
non aspectar, né indugiar il cesso,
se fai esercizio sia di picciol moto.
Col ventre resurpino e col capo depresso
Non star, e sta coperto ben di notte;
el capo ti posa e tien la mente lieta,
fuggi lussuria, e attieni alla dieta

Leonardo da Vinci, regimen sanitatis ( Codice Atlantico , F 213v)

 

fonte culturagastronomica.it

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