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Il Cilento da millenni ha ispirato poeti e cantori. Molti dei miti greci e romani che sono alla base della nostra cultura occidentale, sono stati ambientati sulle sue coste. Il mito più famoso è quello dell’isola delle sirene, nell’Odissea. Il filo della storia cilentana si dipana fino ai giorni nostri cucendo avvenimenti grandi e piccoli. Tracce, ricordi, monumenti, culture, sentieri legati a questa ricca storia oggi sono salvaguardati anche grazie al Parco Nazionale del Cilento.
Il Parco del Cilento oggi, oltre ai suoi preziosi habitat naturali, può a maggior diritto salvaguardare quegli scenari consacrati dalla storia dell’uomo e permeati dalle sue tradizioni: borghi e antichi sentieri, anche se a “macchia di leopardo” in un ambiente più ampio da difendere e da promuovere
Nei paesi Cilentani, la cultura ha radicato antichissime tradizioni contadine. Addirittura importate da quei coloni Greci che raggiunsero questi lidi quasi 3000 anni fa. Esempi evidenti sono nelle numerose manifestazioni folcloristiche che si tramandano da secoli nei centri del Parco.
Entrare nel Parco Nazionale del Cilento è come entrare in un grande uliveto, ogni comune sia montano che marino è ricco di ulivi sia di tipo secolare che di nuovo impianto. Essi conferiscono al paesaggio un vellutato colore verde e donano alle popolazioni da tempi remoti un essenziale sostentamento al reddito.
Cilento è infatti il nome dell’olio di oliva a Denominazione di Origine Protetta di questa terra.
L’olivicoltura nel Cilento ha origini risalenti alle antiche colonie della Magna Grecia e successivamente all’occupazione dei territori da parte dei Romani. La più antica varietà da olio è la Pisciottana, che sfugge agli attacchi degli organismi nocivi, resiste molto bene ai venti salmastri della zona, è molto produttiva anche in un comprensorio arido e ancora oggi conferisce tipicità all’olio del Cilento