La Castagnata a Paganico Sabino: castagne per tutti i palati

Arrostita o lessata così è servita la castagna di Paganico Sabino il 6 novembre per la XII edizione della Castagnata. Dal Marrone di Antrodoco alla Rossa del Cicolano, la più diffusa sul territorio dal sapore delicato e dolce, tutti potranno scoprire il sapore uno dei frutti autunnali più richiesti. Estremamente versatile, si adatta sia a preparazioni salate che dolci. In molti si chiedono quale sia la differenza c’è fra castagne e marroni, presenti entrambe a Paganico Sabino: le prime sono il frutto del castagno selvaggio mentre il marrone proviene da alberi coltivati e sempre migliorati con successivi innesti, ogni riccio contiene un solo frutto, per la castagna i frutti sono tre.
Pasta fatta in casa, salsiccia, bruschetta e vino faranno da cornice insieme al dolce: palline di castagne lessate con il cacao alla Castagnata paganichese. I più golosi che si spingeranno alla ricerca dei piatti tipici locali potranno gustare, se fortunati, la castagna in zuppa insieme a ceci e altri legumi o verdure, bollita con foglie di lauro, oppure sotto forma di purè. Tra i piatti più particolari che si potranno scoprire ci sono i ravioli alle castagne, meglio ancora il risotto! Il dolce non può mancare: caratteristico è il castagnaccio con uva passa, noci e olio, rigorosamente extravergine della Sabina. Le castagne glassate alla francese solo per chi non ha problemi con la linea.
Paganico Sabino è tra i paesi più antichi della Valle del Turano. L’aspetto del borgo è quello di un “castrum” medioevale; l’ingresso è segnato da due porte che conducono, tramite strettissime viuzze, al cuore del paese nel quale si presume ci sia stata l’Antica Rocca, il luogo porta infatti il suo nome. Alla sommità del paese si trova la chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione con l’interessante presenza di un affresco tardo quattrocentesco della Crocifissione.
Poco distante dal paese (circa 2,5 Km), nelle vicinanze del fiume Turano si trova la “Pietra scritta”: un monumento funerario a forma quadrangolare che la tradizione popolare ha indicato con questo nome.
Per chi invece vuol dedicarsi alla scoperta della castagna può incamminarsi lungo un itinerario, a poco più di 3 km da Collegiove dove iniziano vari appezzamenti di castagneti da frutto di grandi dimensioni e straordinaria bellezza per l’armonia della forma del fusto e della chioma. Già sul bordo strada e un po’ più internamente, s’incontrano alcuni giganteschi fusti di castagno di circa 300 anni, di cui alcuni tagliati a pochi metri da terra e su cui si affacciano giovani piante.

 

fonte aiol.it

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