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L’effigie del Colleoni, il più famoso condottiero bergamasco, testimonia la forza di un’ambizione: far rinascere l’enologia bergamasca per proporre un vino di alto livello.
Oggi il Valcalepio è un portatore di storia e di passioni.
Il Valcalepio Rosso DOC è di colore rosso rubino più o meno carico con riflessi tendenti al granato.
È prodotto con uve di vitigni Merlot e Cabernet Sauvignon e ha una gradazione alcolica massima di 12°.
Il vino Valcalepio Rosso con almeno tre anni di invecchiamento, di cui almeno uno in botti di rovere, può portare in etichetta la menzione aggiuntiva Riserva.
All’atto dell’immissione al consumo, dopo il periodo di invecchiamento che decorre dal 1° novembre successivo alla vendemmia, il Valcalepio Rosso Riserva deve possedere un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 12,5 %.
La zona di produzione del Valcalepio DOC è racchiusa nella fascia collinare che va dal lago di Como al lago di Iseo e comprende il territorio fra i comuni di Carobbio degli Angeli, Cenate Sotto, Credano, Entratico, Gandosso, Ranica, San Paolo d’Argon, Torre de’ Roveri, Villa di Serio, Villongo e altri 41 comuni a ovest del lago d’Iseo, tutti in provincia di Bergamo.
La tradizione vitivinicola nella Valcalepio è molto antica e risale all’epoca dei Romani. L’equipaggiamento dei legionari che andavano in battaglia infatti, comprendeva anche una barbatella -un pezzo di tralcio di vite- da piantare nel fazzoletto di terra che gli veniva dato come ricompensa.
A Bergamo la coltura della vite per i Romani divenne così importante che dedicarono un tempio a Bacco nell’antico borgo di San Lorenzo.
Durante l’invasione longobarda la vite subisce un tracollo produttivo e la viticoltura viene praticata solo nelle proprietà ecclesiastiche.
Occorre aspettare il 1243 perché a Bergamo si ripiantino le viti grazie alla vittoria dei liberi comuni su Barbarossa e allo Statuto di Vertova che impone a chiunque tenesse in affitto terre comunali di piantarvi una vigna.
Alla fine del 1300 i Guelfi saccheggiano le case dei Ghibellini di Scanzo portando via 170.000 litri di moscatello e vino rosso.
Alla fine del secolo successivo i Benedettini si insediano nell’Abbazia di Pontida e in quella di San Paolo d’Argon gettando le basi di quelli che saranno i più importanti centri enologici della bergamasca.
Fra il 1400 e il 1600 Bergamo produce più vino del suo fabbisogno destinando l’eccesso al commercio con il milanese.
Ma nel 1700 con lo svilupparsi dell’allevamento dei bachi da seta, le viti vengono sostituite con i gelsi e nei primi dell’800 il vino deve essere importato dalle altre regioni. Nel 1886 l’invasione della fillossera distrugge in dieci anni quasi tutti i vigneti che in breve tempo non solo vengono ripristinati ma se ne amplia la superficie.
Nel 1950 la Camera di Commercio promuove l’innovazione in viticoltura spingendo gli agricoltori all’utilizzo di nuovi vitigni.
Sebbene l’estensione attuale delle terre coltivate sia notevolmente ridotta, il miglioramento degli impianti e delle tecniche enologiche, hanno portato ad un prodotto di grande qualità che ha ottenuto il riconoscimento DOC nel 1993 nelle tipologie rosso, bianco e moscato passito.
Il Valcalepio Rosso DOC si ottiene da uve di vitigni Merlot in percentuale dal 40 al 75% e da Cabernet Sauvignon per un 25-60%.
Una caratteristica di produzione del Valcalepio Rosso è la vinificazione in purezza delle due uve che maturano a distanza di una-due settimane l’una dall’altra.
Dopo la pigiatura, le uve vengono messe a fermentare e a macerare assieme alla vinaccia in recipienti chiamati fermentini. È durante questa fase che bucce e vinacce rilasciano i pigmenti che conferiscono il colore rosso al vino.
Con la successiva svinatura, si separa la vinaccia dal mosto travasando il vino in vasche di conservazione. In queste vasche a causa dell’abbassamento della temperatura si blocca la fermentazione alcolica e inizia la fermentazione malolattica.
In questa fase il vino subisce una riduzione di acidità e acquisisce stabilità, limpidezza e parte delle caratteristiche organolettiche tipiche.
Alla fine della vinificazione separata, all’inizio della primavera, si uniscono le due masse vinose (taglio a freddo bordolese) nelle percentuali indicate dal disciplinare. L’invecchiamento avviene in botti di rovere per sei mesi e per altri 6 mesi in bottiglia.
Emblema di tutela per il DOC Valcalepio nelle tipologie rosso, bianco e moscato passito, è il busto del Colleoni, il più illustre condottiero di Bergamo.
È sufficiente tenere le bottiglie in posizione orizzontale, su scaffalature di legno, avendo cura che la temperatura non superi i 15°C e non vada al di sotto dei 10, e che l’umidità si aggiri sempre intorno al 70-75%.
Il Valcalepio Rosso DOC ha un odore etereo, intenso, gradevole, caratteristico; il sapore è asciutto, pieno, armonico, persistente, con leggero ricordo di amarena.
Il Valcalepio Rosso DOC si accompagna a piatti di carne rosse e bianche, arrosti o cacciagioni, polenta e vivande saporite.
Va stappato con un certo anticipo e servito a una temperatura di 18° in calice allungato.
da buonalombardia