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La Liuteria cremonese batte la pizza napoletana, icona pop dell’italianità nel mondo, e le agguerrite macchine religiose della Calabria, che negli ultimi sondaggi sembravano essere in vantaggio persino sul tipico piatto
nato all’ombra del Vesuvio, il saper fare liutario si pone come unica candidata italiana per il 2012 a entrare tra i beni patrimonio dell’umanità protetti dall’Unesco.La notizia, clamorosa è emersa sottotraccia nell’ambito di un convegno promosso dall’Unesco tenutosi nei giorni scorsi a Dubai. Lo comunica il Presidente del Comitato per la Tutela,Promozione e Valorizzazione della Pizza Napoletana,Rosario Lopa, che sottolinea, come si sia persona un’occasione vitale di sviluppo del comparto e di valorizzazione del settore gastronomico, sia come immagine della città che sulle nuove opportunità occupazionali. L’esponente dell’Agricoltura ha ribadito che anche il prodotto più amato al mondo, della tradizione gastronomica napoletana, è stato vittima dell’indifferenza, in primis della classe dirigente e di una certa politica di questa città, pronta a strumentalizzare e gridare al trionfo su questioni banali legati al prodotto Pizza ( vedi segmenti del centro-sinistra sulla posizione della Commissione Europe riguardante la denominazione Stg Pizza Napoletana, rivelatasi poi una sostanziale bolla di sapone) e anche delle associazioni di categoria che sono rilegate ognuna sui propri e piccoli interessi di
bottega, senza comprendere la necessità di fare rete e sistema con un vero e proprio accordo di filiera, cosi da non prestare attenzione a quello che stava accadendo all’Unesco. Comunque, ha concluso Lopa, verificheremo da subito, con gli organismi nazionali competenti, la possibilità di poter iscrivere la Pizza Napoletana come patrimonio Unesco, nel prossimo biennio 2013/2014.