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La prevista riforma della Politica comune della pesca dovrebbe riflettere le “sensibilità particolari” italiane: lo ha detto oggi a Bruxelles il ministro per le Politiche agricole e della pesca, Mario Catania, al termine di un incontro con il commissario europeo per la Pesca e gli affari marittimi, Maria Damanaki. “Sulla riforma e sul nuovo fondo (europeo per la pesca) noi abbiamo alcune sensibilità particolari – ha sottolineato il ministro -. La prima è quella di avere delle soluzioni che si adeguino correttamente alla realtà del Mediterraneo, poiché nel Mediterraneo è praticata una pesca multi specie che ha caratteristiche molto diverse da quella che si fa in Atlantico e nei mari del Nord”. Quindi, ha proseguito, ” è importante che il modello di riforma che variamo sia ben calato sulla realtà del Mediterraneo”. Inoltre, ha aggiunto Catania, l’Italia ha “chiesto anche alcune cose più specifiche: per esempio, ci terremmo molto a continuare, addirittura rafforzandola, con la misura di sostegno per l’arresto temporaneo della pesca per motivi biologici”. Ogni anno, ha infatti spiegato il ministro, l’Italia pratica “da diverso tempo questa misura. Sarebbe importante che l’Europa ci aiutasse continuando a finanziarla e al tempo stesso da parte nostra siamo anche intenzionati ad aumentare la durata del fermo stesso”.