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Non accenna a fermarsi la corsa dei prezzi di carburanti, che mettono a segno il quarto rialzo in una settimana, con effetti a “valanga” sulle famiglie italiane e sugli agricoltori. Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori (Cia), ricordando come i rincari di benzina e gasolio si riflettano notevolmente anche sulle tavole, per via del costo del trasporto che incide del 35-40% sul prezzo finale dei prodotti alimentari. Una situazione, prosegue la Cia, che rischia di ridurre i consumi delle famiglie di un ulteriore 1,5%. E gli agricoltori pagano doppiamente: oltre al calo dei consumi, gli operatori del settore scontano anche l’aumento dei costi del gasolio agricolo, passato dagli 0,49 euro al litro di gennaio 2010 agli attuali 1,13 euro al litro, con un incremento pari al 130%, che si traduce in un aggravio di spese di circa 5 mila euro ad azienda. Per questo la Cia ritiene indispensabile l’introduzione di un bonus per il carburante agricolo, sul modello dell’accisa zero per le serre in vigore fino a novembre 2009, per scongiurare “un vero e proprio collasso del settore”.
L’allarme è condiviso da Coldiretti che sottolinea come l’aumento record del costo del gasolio in agricoltura metta a rischio gli oltre trentamila ettari di coltivazioni specializzate in serra, che producono fiori, piante ornamentali e ortaggi. Complessivamente, afferma l’associazione, “il caro carburanti comporta una stangata da quattrocento milioni di euro per gli agricoltori italiani”.