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E’ “indispensabile” rendere più efficace, rigoroso e trasparente il sistema di certificazione dell’agricoltura biologica. Lo ribadisce la Confederazione italiana agricoltori (Cia), inviando al Ministero delle Politiche Agricole un documento di proposte per “tutelare e valorizzare i produttori biologici che operano nel nostro Paese e che nel 2011 hanno dato vita ad un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro”. Lo scorso dicembre la Guardia di Finanza aveva portato alla luce una maxi truffa di falsi prodotti bio. L’operazione, secondo l’associazione, avrebbe messo in evidenza “malfunzionamenti” dell’intero sistema di controlli, che impongono “profondi miglioramenti”. Per la Cia occorrerebbe in primo luogo emanare un decreto ministeriale che imponga agli operatori notificati la scelta di un unico Organismo di controllo. Andrebbe inoltre attivato e implementato il progetto di informatizzazione del settore e predisposta una banca dati unica che incroci tutte le informazioni oggi disperse tra vari soggetti (Ministero, Icqrf, Regioni, Organismi di controllo), che contenga anagrafica delle aziende, piani annuali di produzione e relative variazioni, stato della certificazione e che possa essere accessibile a tutti gli operatori. Sarebbe inoltre da valutare l’ipotesi di tracciare in tale banca dati le transazioni commerciali al di sopra di una certa dimensione. A parere della Cia, bisognerebbe inoltre definire e rendere più lineari le funzioni di accreditamento, autorizzazione, controllo e vigilanza degli organismi del sistema e verificare l’attuale quadro sanzionatorio. Ultimo nodo, il sistema di controllo delle dogane, da rendere più incisivo in attesa di una regolamentazione comunitaria. (ANSA)