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Dopo vino e mirtilli, in Valtellina arriva lo zafferano. “Attualmente – spiega la Coldiretti Lombardia – la coltivazione occupa una superficie di circa 2.000 metri quadrati suddivisi in piccoli appezzamenti, molti dei quali destinati ad uso familiare”. “Mi dedico allo zafferano da circa due anni, su una superficie di 400 metri quadrati”, spiega Rossano Brunalli, 30 anni, dell’azienda agricola Davaglione, nel comune di Montagna in Valtellina, in provincia di Sondrio. “L’obiettivo è una resa di circa mezzo grammo per ogni metro quadrato di terreno. Lo zafferano è un prodotto impegnativo”. Le quotazioni oscillano fra i 15 ai 35 euro al grammo, con una media intorno ai 20 euro. “Per ottenere un grammo di ‘polvere d’orò – precisa la Coldiretti regionale – bisogna seminare, in un metro quadrato di terreno, un chilo di bulbi (30 o 40 a seconda della grandezza, per circa 15 euro di costo). Per un chilo di spezia, invece, bisogna raccogliere dai 150 mila ai 200 mila fiori”. Coldiretti ci tiene a precisare che “l’uso più conosciuto dello zafferano è quello culinario, ma esistono anche formaggi, focacce, gelati e liquori” e può essere utilizzato anche in campo erboristico e farmaceutico. “In Lombardia – conclude Coldiretti – lo zafferano è coltivato, in piccoli appezzamenti, nelle province di Brescia, Bergamo e Mantova. In Italia, è prodotto in Abruzzo, Toscana, Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria”. In passato, gli imprenditori agricoli valtellinesi coltivavano un “cugino” dello zafferano: il “cartamo”, detto anche zafferanone, pianta originaria dell’Asia continentale e dell’Africa orientale.(ANSA).