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“E’ un primo significativo passo avanti, ma per le imprese agricole occorrono altri e più mirati interventi. La burocrazia è un mostro dai mille tentacoli che toglie all’agricoltura più di 4 miliardi di euro l’anno”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito al decreto semplificazioni del governo. Politi, che valuta positivamente lo sforzo compiuto dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania, sottolinea che “occorre un’azione energica in grado di liberare le aziende dai tanti lacci e lacciuoli che impediscono una valida attività imprenditoriale. L’importante era, comunque, partire. Ora è necessario proseguire in maniera efficace in modo di rispondere alle esigenze della nostra imprenditoria agricola”. “Valutiamo molto positivamente – ha aggiunto Politi- lo sforzo del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania per l’inserimento delle misure a vantaggio delle imprese agricole nel decreto semplificazioni, la cui approvazione dovrebbe ulteriormente contribuire a completare il quadro. In ogni caso, vorremmo ribadire che alcuni punti particolarmente rilevanti dovrebbero essere trattati all’interno di un testo unico, il cosiddetto ‘codice agricolo’, che raccolga in chiave di semplificazione le norme nazionali in materia agricola, proponendo, laddove necessario, un contributo al chiarimento anche in chiave di innovazione normativa. Alcuni esempi: definizione di imprenditore agricolo, concetto di prevalenza, definizione di vendita diretta. Pertanto, auspichiamo la convocazione di un tavolo di lavoro ad hoc tra ministero e organizzazioni agricole”. “I dati, del resto, parlano chiaro. E’ di 7.200 euro l’anno l’onere burocratico che – ha proseguito Politi – sostiene, mediamente, un’impresa agricola italiana. Il costo complessivo per il settore supera, appunto, i 4 miliardi di euro l’anno, di cui più di un miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della Pubblica amministrazione. Il che si traduce in un forte ostacolo alla crescita economica, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività”. “Bastano poche misure – ha concluso il presidente della Cia- per garantire un effettivo risparmio economico. Un esempio per tutti: una riduzione del 25 per cento del carico dell’apparato burocratico, che nel nostro Paese pesa per il 4,5 per cento sul Prodotto interno lordo (contro il 3,5 per cento dell’Unione europea), può determinare un taglio di oltre 5 miliardi di euro. Una somma con la quale si possono mettere in moto interventi a sostegno della ripresa economica e, quindi, dei vari settori produttivi”.(ANSA).