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Forti cali di vendite per tutte le tipologie di macchine nel mercato italiano del movimento terra. I dati consuntivi 2011 indicano un vistoso passivo per le macchine cosiddette “tradizionali” (apripista, escavatori cingolati e gommati, pale gommate), che segnano – 24,4% rispetto all’anno 2010, con 2.762 unità complessive vendute contro le 3.654 del 2010. Cali sensibili anche per le macchine “compatte” (miniescavatori, minipale compatte semplici e cingolate), che segnano un passivo del 20,2% in ragione di 6.631 unità vendute (8.304 nel 2010), e per le terne, che perdono addirittura il 33,7%, con un livello di vendite che non supera le 258 unità complessive.
Tra le macchine da cantiere vanno segnalati anche i dumper, che registrano un calo del 29,5%, e i sollevatori telescopici, che chiudono l’anno con -13,9% rispetto al 2010; mentre le macchine specifiche per i lavori stradali (rulli e vibrofinitrici) registrano una perdita addirittura del 43,4%.
In totale, il mercato italiano delle macchine da cantiere chiude il 2011 con un numero complessivo di mezzi venduti pari a 10.508 unità, che corrispondono ad un calo del 21,3% rispetto all’anno precedente (che già aveva registrato una perdita del 9,4% rispetto al 2009), confermando la fase negativa del settore, che sconta in modo diretto la crisi dell’edilizia e delle grandi opere.
La geografia del mercato, peraltro, conferma come la situazione critica coinvolga l’intero territorio nazionale e come non vi siano aree o Regioni in controtendenza: la flessione risulta infatti pari al 20,3% nel Nord, al 25,4% nel Centro e al 19,2% nel Sud ed Isole. “La situazione del mercato italiano – commenta il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – risulta ancora più pesante se facciamo il raffronto con l’andamento delle vendite a livello mondiale, che risulta in crescita nel 2011 di circa il 30%, e a livello della stessa Europa occidentale dove stimiamo incrementi intorno al 25%”. “Per fortuna le imprese italiane hanno una buona vocazione alle esportazioni – aggiunge Goldoni – e la ripresa dei mercati esteri dà ossigeno al nostro sistema produttivo”. I dati sulle esportazioni italiane di macchine per movimento terra – elaborati da FederUnacoma sulla base delle statistiche ISTAT – indicano infatti, nei primi dieci mesi (gennaio-ottobre) del 2011, una crescita complessiva del 37%, pari ad un valore di 765 milioni di euro. Fra i maggiori mercati di destinazione si segnalano quelli dell’Europa occidentale, e in particolare di Germania, Francia e Regno Unito, che nel settore delle macchine movimento terra registrano nel 2011 incrementi di mercato molto consistenti, compresi fra il 30 e il 40%.
L’industria italiana del settore esprime un livello tecnologico molto alto – conclude il Presidente di FederUnacoma – e costituisce un supporto fondamentale per lo sviluppo delle attività cantieristiche in condizioni di sicurezza e di eco-compatibilità. La crisi della meccanizzazione che stiamo vivendo nel nostro Paese significa non soltanto danno economico per le imprese, ma perdita di qualità e di efficienza per l’intera industria delle costruzioni”.