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Alla Pac serve un vigoroso lifting, così com’è proprio non va, “contiene troppe indicazioni punitive. Negozieremo con Bruxelles affinché sia uno strumento di tutela dell’agricoltura italiana, faccia chiarezza in termini di regole e che distribuisca risorse adeguate ai produttori”. Dal palco della 110/ma edizione della Fieragricola di Verona (1300 espositori provenienti da 20 paesi) il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ribadisce la contrarietà dell’Italia alla Politica agricola comunitaria, così come delineata ora. “Serviranno regole più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull’etichettatura e sulla difesa del vero Made in Italy dalle contraffazioni” ha detto Catania annunciando a breve un provvedimento a tutela del Made in Italy agroalimentare. Molte le questioni da rinegoziare, a cominciare dal greening che, così com’è, “penalizza le imprese”, e dalla proprietà fondiaria e poi, naturalmente, il “pressante” problema della ripartizione delle risorse, con il rischio per Roma di vedersi tagliare 1,4 miliardi di risorse. Finora le condizioni hanno consentito di “non andare a vedere con la lente d’ingrandimento chi era il beneficiario. Oggi è diverso – ha puntualizzato il ministro – occorre che il sostegno vada veramente all’agricoltore”. Intanto contro l’agropirateria e le contraffazioni alimentari si allineano “i decreti sulle liberalizzazioni nell’agroalimentare, che puntano a migliorare l’equilibrio della redditività, oggi eccessivamente sbilanciato verso la grande distribuzione” ha detto Catania sottolineando la straordinarietà dell’intervento, mai attuata in 60 anni. Ma è stata la riforma Pac a monopolizzare la prima giornata della storica fiera veronese. Impossibile pensare alla riforma agricola Ue senza l’Italia a bordo, ha assicurato il direttore generale della Commissione Agricoltura Ue, José Manuel Silva Rodriguez, “il contributo italiano è fondamentale”. L’analisi arriva dal presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro. “Dobbiamo mettere in campo strumenti e risorse adeguate per la Pac del futuro, che deve rimanere, prima di tutto, una politica economica a supporto di un settore strategico. Dobbiamo dare agli agricoltori e agli Stati Membri, maggiori gradi di flessibilità e mezzi concreti per ripararsi dai rischi, a partire dalla gestione delle crisi di mercato”. Compatte le associazioni agricole sulla necessità di “una forte correzione”, a cominciare dalle cooperative della Cogeca. “Occorre avere il coraggio di ammettere che si possono fare degli errori” dice il presidente di Confagricoltura Mario Guidi. Prosegue la road map messa in campo dalla Coldiretti, con i principali protagonisti del negoziato per scongiurare il taglio di 1,4 miliardi di euro all’agricoltura italiana e superare le troppe contraddizioni di riforma. (ANSA).