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L’aumento del 25% del prezzo del gasolio sta affondando i 13 mila pescherecci italiani, con un aggravio di 2 mila euro a impresa. E’ quanto denuncia Coldiretti Impresa Pesca, in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione che evidenziano un boom dei prezzi dei carburanti. Il gasolio incide fino alla metà dei costi di produzione e l’aumento delle quotazioni negli ultimi dodici mesi, ha aggravato una situazione resa già difficile dal contemporaneo calo dei prezzi pagati ai pescatori. Proprio per far conoscere all’opinione pubblica la grave crisi del settore ittico, sottolinea la Coldiretti, oggi a Salerno i pescatori sono scesi in piazza con gli agricoltori per regalare pesce e verdure ai cittadini. La forbice tra prezzo all’origine e prezzo al consumo si è sempre più allargata: alle imprese agricole sono destinati 17 centesimi per ogni euro del prezzo al consumo, che diventano 25 centesimi a quelle della pesca. Un ulteriore fattore di crisi è rappresentato anche dalla stretta creditizia da parte delle banche. La quasi totalità degli istituti negli ultimi mesi ha ristretto gli affidamenti alle imprese del settore o, dove possibile, ha elevato le garanzie. In questo modo, conclude la Coldiretti ImpresaPesca, si stanno limitando gli investimenti nella pesca e nell’acquacoltura e togliendo la liquidità necessaria alle stesse operazioni di ordinaria gestione commerciale.