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Risvegliarsi dalla neve e scoprire, come riaccadrà tra poche settimane, che le piante migliorano la qualità delle acque. E’ il frutto di uno studio su un canale posto in prossimità di un luogo dove, si dice, seppellissero i morti. “Ora nel canale che attraversa questa terra anticamente consacrata c’è uno studio innovativo che dimostra come si può migliorare la qualità delle acque migliorando il canale con tecniche di bioingegneria ambientale” afferma Marino Zani presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.Siamo in comune di Carpi lungo il canale Fossetta dei Morti. “Qui – spiega il presidente – abbiamo riqualificato dal punto di vista idraulico-ambientale il canale, ma nell’ambito di un Progetto europeo Life ECOnet, finalizzato al consolidamento delle sponde e alla creazione di una fascia ripariale a elevato valore naturalistico e paesaggistico”.
“Ci siamo chiesti – prosegue il direttore Domenico Turazza – quali benefici questo avrebbe comportato e, quindi, abbiamo sostenuto, in convenzione con l’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Antonio Zanelli’, un progetto di ‘Monitoraggio dell’intervento di riqualificazione’, raccogliendo così informazioni dettagliate per valutare quali gli effetti dell’intervento, sia sotto l’aspetto ecologico che agronomico”. La ricerca scientifica è stata svolta dagli allievi del corso agro ambientale dell’Istituto “A. Zanelli”: Grasselli Ferrante, Montecchi Maicol, Salsi Francesca, Tognoni Lisa, Chiriatti Luca, Zanni Enrico, Marotta Linda, Bertolini Anna, Papi Lorenzo, coordinati dal professor Daniele Galli, hanno caratterizzato e monitorato per un intero anno solare (negli anni scolastici 2009-2010 e 2010- 2011).
Come si è svolta l’attività?
“L’attività – risponde il professor Galli – si è svolta tramite quattro differenti tipologie di azioni: la caratterizzazione/monitoraggio delle acque dal punto di vista chimico, chimico-fisico e microbiologico, la caratterizzazione/monitoraggio del sedimento dal punto di vista chimico e chimico-fisico, la determinazione della qualità biologica mediante lo studio della comunità macrozoobentonica e la determinazione della funzionalità idroecologica”.
Cosa succede quando cambia (in meglio) un canale?
“E’ quello che abbiamo voluto identificare e quantificare a seguito dall’intervento di riqualificazione sulle acque, sui sedimenti, sulla comunità invertebratica bentonica e sulla funzionalità idroecologica della Fossetta, con oltre mille analisi effettuate”.
I risultati?
“Sotto il profilo quali-quantitativo – rileva il professor Galli – assistiamo a un mutamento del quadro complessivo dei principali fitonutrienti (azoto e fosforo). Si è altresì osservata una riduzione considerevole della domanda chimica d’ossigeno (COD) e, soprattutto, degli indicatori microbiologici, con un’importante ricaduta sulla qualità delle acque irrigue e conseguentemente delle produzioni agrarie”.
Spesso risultano problematici i sedimenti nei canali.