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Creare una lobby comune per sostenere la pesca italiana dell’Alto Adriatico e impedirle di sparire: è l’obiettivo unanime indicato oggi a Chioggia (Venezia) nell’incontro tra le Regioni del Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, promosso in vista della riunione di giovedì 16 febbraio con il ministro Mario Catania dalla quale dovrebbe nascere il distretto della pesca dell’Alto Adriatico. Nel dibattito odierno sono state definite le richieste della marineria delle tre regioni, che saranno perfezionate nelle prossime ore, mentre le istituzioni regionali, i parlamentari e gli europarlamentari presenti hanno dato la disponibilità ad operare per evitare che l’attività di pesca svolta in questo mare tracolli, e le si possa invece garantire un futuro economico e produttivo. Alla riunione, convocata dall’assessore veneto Franco Manzato, sono intervenuti gli assessori del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino, i vertici amministrativi dell’Emilia Romagna con Piergiorgio Vasi, i consiglieri regionali veneti Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo, il sindaco di Chioggia Giuseppe Casson, oltre ai parlamentari Luca Bellotti, Corrado Callegari, Sabina Fabi e l’eurodeputato Antonio Cancian. La creazione del distretto della pesca dell’Alto Adriatico dovrebbe dare una prima risposta, formalizzando per questa realtà marittima e peschereccia l’esistenza di specificità che richiedono risposte mirate e adatte alle diversità esistenti e dando più forza alle istituzioni e alle realtà locali. I problemi vanno dalla lievitazione dei costi del carburante, alla introduzione di regole e metodi di pesca fissati dall’Europa ritenuti “inidonei” per le specie ittiche di questo mare, all’eccesso di burocratizzazione a sanzioni non graduate che possono arrivare fino al ritiro della licenza di pesca.