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L’iter di approvazione, a livello nazionale, del Decreto per la sorveglianza sulla corretta applicazione della Direttiva comunitaria rumore, è positivamente concluso. Sulla Gazzetta Ufficiale italiana del 23 gennaio 2012 è stato infatti pubblicato il Decreto 4 ottobre 2011 del Ministero dell’Ambiente, che stabilisce i criteri per gli accertamenti relativi al controllo della conformità alla Direttiva 2000/14/CE sulle emissioni acustiche delle macchine destinate a funzionare all’aperto. Il Decreto, che fissa i criteri tecnici e le sanzioni che l’istituto incaricato ISPRA dovrà applicare nello svolgimento della sua attività ispettiva, costituisce uno strumento di tutela della corretta concorrenza, premiando le aziende costruttrici che si sono adeguate ai parametri comunitari e sanzionando quelle che non rispettano detti parametri. Il provvedimento, alla cui definizione e approvazione FederUnacoma ha dato un significativo contributo, ha un impatto diretto sulle industrie che producono macchine per il giardinaggio e il movimento terra, che operando prevalentemente in ambito urbano debbono contenere quanto più possibile i livelli di rumorosità.
Tra gli elementi più interessanti del Decreto – sottolinea FederUnacoma – il fatto che la sorveglianza si effettua, preventivamente, su macchine e attrezzature immesse sul mercato ma non ancora entrate in servizio; che le procedure consentono un approccio collaborativo tra l’ente verificatore e l’azienda costruttrice; e che i metodi di valutazione della conformità del mezzo meccanico al livello di potenza sonora garantita sono in linea con quanto proposto dagli organismi notificati e già discusso e condiviso all’interno della stessa federazione dei costruttori.
Uno degli aspetti che invece il Decreto non specifica è quello relativo all’onere economico delle verifiche ispettive, sia che queste comportino procedure solo formali (controllo documentazione e ispezione esterna della macchina), sia che implichino un’effettiva misurazione del rumore. “La sorveglianza del mercato è lo strumento principale per garantire la corretta concorrenza tra le aziende – spiega il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – e ogni volta che una società vende macchine non conformi, oltre a mettere a rischio gli obbiettivi delle direttiva applicabile, si avvantaggia in modo sleale nei confronti dei concorrenti che invece osservano le normative in modo rigoroso”. “Questo è un compito fondamentale dello Stato – sostiene Goldoni – e quindi non dovrebbe comportare oneri a carico delle aziende sottoposte ai controlli”. “Ci sembra invece giusto – conclude il Presidente di FederUnacoma – che sanzioni pecuniarie fortemente dissuasive siano impartite alle aziende ‘non conformi’, e vengano incamerate dall’ente di controllo, così da finanziarne l’attività a salvaguardia della qualità dell’ambiente e della correttezza sul mercato”.