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“Seguiamo l’evoluzione delle condizioni meteorologiche di queste ore con la massima attenzione – spiega Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio della Bonifica Burana – e in caso di repentino scioglimento delle nevi potremo scolare l’acqua che arrivi al nostro comprensorio”.
Una situazione delicata, infatti, quella legata alla seconda ultima abbondante nevicata in Appennino, per altro avvenuta in concomitanza di temperature relativamente miti. In queste ore alle quote minori sta già iniziano a sciogliersi e sono previsti rialzi termici crescenti sino a domenica. Nei centomila ettari del comprensorio d’Appennino modenese e bolognese i tecnici del Consorzio della Bonifica Burana stimano un accumulo complessivo di 50 milioni di metri cubi d’acqua, un volume capace di riempire lo stadio Braglia circa 120 volte.“Sull’Appennino si sono assommate due nevicate – prosegue il presidente -, la seconda avvenuta a parziale scioglimento della prima. Nel mentre nei canali del nostro comprensorio di pianura avevamo già iniziato l’accumulo delle acque superficiali dell’oltre Po mantovano per garantire un minimo di approvvigionamento idrico alle aziende ortofrutticole (meloni in particolare) di quelle zone e del basso mirandolese alle prese con i trapianti”.
Una situazione che desta preoccupazione?
“Abbiamo attivato lo stato di allerta – entra nel merito Cinalberto Bertozzi, direttore tecnico Consorzio della Bonifica Burana -, impiegando una trentina di persone, anche di notte. Nelle nostre sale operative monitoriamo i dati che ci arrivano dalla rete di telerilevamento sui principali canali, in particolare quota idrometrica e variazioni in aumento. La parte di neve che, sciogliendosi, non sarà trattenuta dal terreno giungerà ai torrenti e ai fiumi, Secchia e Panaro in particolare. Nella nostra rete, però, saremo in grado di contribuire alla sicurezza idraulica, anche di notte naturalmente, sia con le manovre sui canali (deviazione delle acque, chiusura e apertura di paratoie e scariche) sia con l’eventuale attivazione degli impianti di scolo che, ricordiamo, gestiamo nella parte più bassa del comprensorio a Bondeno di Ferrara dove terminano le acque modenesi e bolognesi di nostra competenza. In particolare sono attivabili gli impianti idrovori di Pilastresi (con scarico in Po), Santa Bianca (in Panaro), e Acque Basse (in Panaro) capaci di scaricare 200 metri cubi al secondo e quindi di far fronte a eventuali situazioni di piena”.