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“Non è marginale se Lactalis compera Parmalat, o se Campofrio compera Fiorucci. Se qualcuno non italiano compera pezzi dell’agroalimentare italiano è perché ha valore di mercato, ma quando questi marchi passano in mani straniere è difficile immaginare che la relazione tra i proprietari non nazionali e il mondo agricolo nazionale resti come oggi”. A lanciare l’allarme è stato Giovanni Luppi, presidente di Legacoop Agroalimentare, all’assemblea degli associati del Nord Italia, nel Bolognese. Perché, per Luppi, il rischio tangibile è che nei prodotti a marchio italiano comperati da stranieri finiscano materie non nazionali. Serve, ha spiegato, una politica di aggregazioni per “dare vita a grandi alleanze del mondo cooperativo che poi a loro volta possono unirsi ad altri pezzi dell’agroalimentare italiano”. In questo senso va il progetto di fusione di tutte le rappresentanze cooperative del mondo agricolo. “Mettere assieme Legacoop, Fedragri, Agci, è la scommessa di cui parleremo al congresso nazionale dell’associazione, in programma a Roma il 15 e 16 marzo”, ha aggiunto. “Ma una Aci (Allenza delle cooperative italiana, ndr) che si limita a fare rappresentanza non mi interessa: mi interessa una Aci che ripensi la presenza delle cooperative nella filiera”. (ANSA).