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«Quando parliamo di benessere e prevenzione parliamo anche di legalità, di etica e di buona economia. Vogliamo creare un movimento culturale, che porti la prevenzione nel quotidiano di tutti, così parla Pietro Romano, Presidente IWF Europa, intervenendo in occasione dell’incontro, promosso da Partenope Dacia e da I.W.F Europa onlus.
I governi hanno scarsa attenzione alla prevenzione e solo il 3% della spesa sanitaria viene destinata a questa attività. Con le nostre due associazioni e l’aiuto dei volontari, abbiamo come faro il benessere dell’uomo, del prossimo e per quest’ultimo cerchiamo di creare un movimento che operi in questo senso: perché solo sotto la pressione dell’opinione pubblica si può portare ai massimi livelli l’attenzione alla prevenzione».
Per Federico Zinna dell’Associazione Partenope Dacia molti non riescono ad accedere alle prime cure come le persone svantaggiate quali extracomunitari, anziani e soggetti diversamente abili. «La nostra convinzione – egli ha detto – è che solo attraverso la prevenzione si possano abbattere i costi della sanità, garantendo, inoltre, a tutti il diritto alla salute. «Tutti noi siamo a conoscenza dell’esistenza di fattori di rischio nella vita quotidiana – ha precisato Michele Sagner, Presidente ESLM (Società europea della medicina dello stile di vita), quali lo stress, la cattiva alimentazione, la mancanza di attività fisica; ma non c’è molta chiarezza sugli effetti di esse.
Le malattie legate ad uno stile di vita errato si classificano al primo posto anche tra le malattie più costose da trattare per i sistemi sanitari di tutto il mondo, come anche la prima causa di morte e di invalidità è attribuibile oggi a malattie come il diabete di tipo 2, l’obesità, che fa superare nel mondo il numero delle persone denutrite, le malattie cardiovascolari e il cancro. La medicina dello stile di vita si inserisce in questo contesto attraverso un’azione clinica interdisciplinare che permette di prevenire queste patologie, nel caso dell’infarto, evitandone 9 su 10, dell’ictus 7 su 10, del diabete il 93% dei casi e nel caso del cancro il 30%. Insieme ad internisti, medici dello sport, nutrizionisti, psicologi, sociologi, biologi si potranno valutare sia diagnosi che terapia del paziente e tutto questo dovrà essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale.»
Per Stefania Ubaldi del Comitato direttivo dell’ ESLM, la medicina dello stile di vita non esclude i farmaci, ma s’impegna a ridurne la posologia, cercando di ovviare all’attività del farmaco con un miglioramento dello stile di vita. Verrà valutato il suo livello di stress psicologico, la relazione con l’ambiente in cui vive, la sua attitudine al movimento, al consumo di bevande alcoliche e al fumo di sigaretta. È demandato ai medici l’educare i propri pazienti ad un corretto e sano stile di vita in modo da responsabilizzarli. Per il dott. Maurizio Montella, direttore dell’Unità di Epidemiologia dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, esperto di studi epidemiologici, centrati sulla relazione tra nutrizione e cancro, è importante l’alimentazione nell’insorgenza delle patologie croniche. “Siamo quello che mangiamo”: è un dato di fatto che anche i paesi come la Grecia, l’Italia e la Spagna, famosi per la dieta mediterranea, abbiano cambiato abitudini alimentari. «È drammatico notare – ha detto il dott.Montella – come in pochi anni si sia passati da un’alimentazione povera, a quella ricca, sino a giungere a quella eccessiva degli anni Ottanta.
Composti chimici, assunti con l’alimentazione e assorbiti dall’organismo, in particolare oligoelementi e vitamine, sono sostanze che possono proteggere il metabolismo a livello cellulare, agendo così anche sulla diminuzione delle possibilità di contrarre un cancro, o di bloccarne uno già in fase di proliferazione.» A prendere le difese degli agricoltori è stato poi Francesco Fiore, direttore della Confagricoltura della provincia di Napoli, che ha evidenziato il ruolo importante che gioca una corretta alimentazione, basata su cibi genuini alla luce di una “Campania… ancora felix”. L’agricoltore crea un legame con il proprio terreno e, nonostante si voglia far ricadere la colpa di questo immondezzaio su di loro (ndr. leggi “terra dei fuochi”), invece che sulla malavita organizzata, è proprio lui che introduce know how, che presidia il territorio, non lo inquina, ma con la sua presenza e attività tutela l’ambiente da frane, dissesti idrogeologici e problematiche legate all’incuria del suolo».
Questo primo incontro ha messo in evidenza il ruolo che gioca l’alimentazione nell’insorgenza e nella prevenzione delle patologie che vedono l’importanza di educare alla salute a partire dai giovani, attraverso una nuova disciplina, che deve intervenire nei campi della nutrizione, dell’attività fisica, del benessere mentale e dell’ambiente.