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Quando gli orti e i frutteti sono in pieno rigoglio, fra varie altre erbe infestanti diffuse fra le colture, si può facilmente osservare una piantina dalle foglie lucide e dai fusti carnosi prostrati sul terreno: è la portulaca, detta anche “erba porcellana”, comunissima da fine primavera fino ai primi geli nei terreni fertili e lavorati. Questa pianta erbacea molto antica era consumata e coltivata dai nostri progenitori già duemila e più anni fa. Probabilmente originaria dell’India o forse dell’America meridionale, è diffusa oggi in gran parte del mondo, ma è purtroppo trascurata nei Paesi sviluppati, nei quali viene spesso considerata un’erbaccia.
Gli antichi Romani l’apprezzavano invece molto sia dal punto di vista alimentare che da quello terapeutico e magico. Plinio il Vecchio, infatti, la riteneva utile per combattere le febbri e per togliere il malocchio a persone ed animali.
Anche in tempi più recenti l’erba porcellana è stata spesso usata in insalata o nelle minestre e in alcuni Paesi viene ancora coltivata in vaso come pianta aromatica.
Nelle regioni della Francia meridionale, ma anche in altre zone si coltiva una varietà da insalata che, rispetto a quella selvatica, si presenta eretta e molto più rigogliosa, con foglie più larghe e tendenti al giallo e petali lunghi il doppio del calice; consumata cruda, ha un gradevole sapore aromatico, un po’ acidulo
Le foglie e i fusti teneri della portulaca si possono utilizzare in cucina sia crudi che cotti.
Un ottimo modo per gustare questo ortaggio è farne un’insalata cruda, condita con olio e sale o con condimenti più forti (yogurt o mostarda) quando è consumata da sola, oppure mescolandola ad altri ortaggi come menta e crescione o pomodori e basilico. Mentre per l’insalata cruda sono da preferire i germogli e le foglioline, per l’utilizzo come verdura cotta si può usare tutta la pianta (escluse le radici). Quando è cotta, la portulaca assume una consistenza mucillaginosa che ad alcuni può non risultare gradita: per ovviare a questo inconveniente, dopo la cottura, la si può mescolare ad altre verdure dal sapore robusto (cotte separatamente).
Un altro modo per neutralizzarne la mucillagine è quello di friggere la verdura in padella, dopo averla immersa nella pastella (come si fa con i fiori di zucca) o dopo averla infarinata, passata nell’uovo sbattuto e nel pane grattugiato. Inoltre, sempre cotta, la si può unire a formaggi, uova sode, pane grattugiato ed altri ingredienti che assorbono, o utilizzarla
nelle frittate. In ogni caso, la mucillagine della portulaca può risultare vantaggiosa quando si vogliono restringere le minestre o gli stufati. La portulaca fresca si conserva a lungo in frigorifero; cotta, si può congelare, ma dopo lo scongelamento è preferibile consumarla nella minestra o nel passato di verdura.