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«Se il ginepro in casa bruciava, dottori e medicastri allontanava.»
Questo antico detto esprime il grande valore che il ginepro aveva nei tempi antichi come pianta officinale e protettrice e sottende il fatto che l’«albero del fuoco» venisse spesso impiegato come incenso.
Quando in Europa imperversò la peste, gli uomini cercarono di sopravvivere con l’aiuto del ginepro. Disinfestarono le case con il fumo della pianta, mangiarono le bacche e bruciarono nelle città grandi quantità di ginepro per proteggersi dalla morte nera. Per impedire la diffusione dell’epizoozia, gli animali sani venivano cosparsi di fumo di ginepro come prevenzione, mentre quelli malati venivano scacciati con il fuoco del ginepro. Gli sciamani siberiani chiamano il ginepro l’«albero della vita». Gli attribuiscono poteri magici tali per cui viene considerato un albero tutelare e della vita. Nei loro riti e nelle loro pratiche occupa una posizione importante e gioca un ruolo significativo anche come medium con gli antenati.
In Germania si credeva all’esistenza di un genio femminile del ginepro, che aveva il nome della pianta. Se questo genio veniva invocato, poteva indurre i ladri a restituire quel che avevano rubato, ma occorreva prima eseguire questa strana operazione: ci si recava presso un cespuglio di ginepro, si curvava fino a terra un ramo e lo si teneva fermo con una pietra chiamando ad alta voce il ladro, che non poteva resistere a quel richiamo e doveva presentarsi rendendo il maltolto.
Una leggenda medioevale narra che, durante la fuga in Egitto, soltanto il ginepro aveva aperto i rami per proteggere la Sacra Famiglia, inseguita dai soldati di Erode. Maria, riconoscente, l’aveva benedetto predicendogli l’altissimo onore di fornire il legno per la croce.
L’utilizzo del ginepro come pianta officinale, per il culto e i rituali era già noto nell’antichità e si è conservato fino ai giorni nostri. In particolare le popolazioni della zona dell’Himalaya, spesso utilizzano le specie di ginepro locali per cerimonie spirituali, ad esempio come incenso durante la recitazione dei mantra, come amuleto per proteggersi dalla caduta dei massi in montagna oppure a scopo depurativo, per
raggiungere il trance e naturalmente a scopo medico
Le bacche di ginepro in forma di gin (grappa di ginepro) sono un aperitivo molto amato e stimolano l’appetito.
Grazie alle proprietà antisettiche, le bacche dall’aroma corposo vengono utilizzate anche per
la conservazione di pesce e carne. Le bacche aromatiche aumentano la digeribilità di molte pietanze e sono quindi una spezia molto amata. Per via delle loro proprietà digestive, sono un ingrediente molto apprezzato nella cucina sostanziosa. Si accoppiamo molto bene con i crauti, arricchiscono molti piatti di carne e selvaggina e sono perfette per le salse scure, i pâté e le terrine di pollame. Le bacche vengono
per lo più cotte insieme ai cibi ma possono anche essere utilizzate schiacciate. Le bacche di ginepro arricchiscono la nostra varietà di pietanze con il loro aroma speziato e d’inverno ci deliziano con il loro profumo intenso.
Bistecche di manzo in salsa d’arancia e ginepro
Ricetta per 4 persone
4 bistecche di manzo
2 arance biologiche
2 cucchiai di bacche di ginepro
2 cucchiai di olio d’oliva
poco sale e pepe nero macinato fresco
3 dl di panna
2 cucchiaini da tè di Sherry
Grattugiare un po’ di scorza d’arancia in una scodella.
Tagliare a metà le arance e spremerle.
Pestare grossolanamente le bacche di ginepro in un mortaio.
Mettere l’olio d’oliva, la metà delle bacche di ginepro, poco pepe macinato fresco e un po’ di sale in una piccola scodella e rimestare il tutto. Mettere la carne a marinare e farla riposare almeno 30 minuti in frigorifero. Girare ogni tanto. Preriscaldare il forno a 90° C. Rosolare a fuoco vivo la carne insieme alla marinata. Avvolgere le bistecche arrostite in un foglio di alluminio. Tenere in caldo nel forno a 90° C.
Aggiungere il succo d’arancia e le restanti bacche di sambuco al sugo dell’arrosto e fare cuocere per 2–3 minuti. Setacciare il liquido, quindi versarlo nuovamente nella padella. Aggiungere la panna e fare addensare un po’ la salsa. Rifinire con Noilly Prat, un pochino di sale e pepe.
Disporre le bistecche sul piatto, quindi aggiungere il sughetto rimasto nell’alluminio alla salsa d’arancio e ginepro.Servire con il riso.
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Serie Conoscere le erbe di Brigitte Speck, Ursula & Christian Fotsch