In macedone Myckat, in yiddish Mushkat e in russo Muskatnyi: in molti paesi europei il nome noce moscata sembra derivare dal latino nux muscatus. In antiche scritture si trovano riferimenti in merito al fatto che il nome muscatus fosse derivato dal nome «Moschus» ovvero mosco, un animale tipico dell’Himalaya, della famiglia dei cervi.

La diffusione della noce moscata e dei macis in Europa avvenne piuttosto tardi (la prima volta nell’11° secolo) per mano dei commercianti arabi che utilizzavano la noce moscata per aromatizzare la birra.

Il commercio di noce moscata divenne però significativo soltanto nel 16° secolo, quando i marinai portoghesi (e successivamente quelli olandesi) veleggiarono verso le famose «isole delle spezie», le Molucche,e diedero inizio a un commercio estremamente lucrativo. In grandi quantità, la noce moscata può avere un effetto leggermente allucinogeno. In documenti antichi è riportato che (…) nel 1576 una signora inglese incinta cadde in preda all’ebbrezza dopo aver consumato dieci – dodici frutti (…) !» Le vicende alterne hanno minato la fama della noce moscata come spezia. Oggi una parte considerevole  del raccolto stimato in 12 000 tonnellate viene effettuato sull’isola delle spezie Grenada, dove questaspezia si trova ancora oggi.

 

Fino a pochi anni orsono, vastissime zone del Sudest asiatico erano coperte da grandi foreste pluviali tropicali in cui si trovavano una grande varietà di importanti piante aromatiche. Il genere Miristicacee comprende un centinaio di tipi e specie di alberi piccoli e grandi che si trovano in Asia, Australia, Sri Lanka e sull’isola delle spezie Grenada, dove riveste una notevole importanza.

L’albero della noce moscata, una pianta cespugliosa e sempreverde, può raggiungere un’altezza di ca. 8 metri. In terreni molto permeabili, ricchi di humus e sabbiosi con un’elevata percentuale di acqua l’albero cresce relativamente lento. Poiché l’albero della noce moscata richiede una temperatura minima di 16–18°C, è quasi impossibile trovarlo al di fuori del clima subtropicale. Non c’è quindi da meravigliarsi che si coltivi esclusivamente sulle isole Molucche e Banda e sull’isola delle spezie Grenada.

In piccolissime quantità, la noce moscata stimola l’appetito. Deve essere utilizzata con molta parsimonia poiché può avere un effetto allucinogeno. L’assunzione di una noce moscata intera può avere effetti collaterali considerevoli, in particolare nausea e vomito di lunga durata. Anche l’effetto allucinogeno del fenilpropano è un veleno per il fegato ed è tutt’altro che innocuo. Il sovradosaggio può causare forti mal di testa, vertigine e delirio.

La noce moscata è amara, aromatica, riscalda, coadiuva la digestione, ha un’azione antispastica e, se impiegata superficialmente, anche antinfiammatoria. In medicina la noce moscata (in dosaggio omeopatico) viene utilizzata in caso di diarrea, gastrite, coliche e, come uso esterno, contro mal di testa, eczemi e acciacchi reumatici.

Nell’industria farmaceutica, il «burro della noce moscata» viene utilizzato per la produzione di profumi, saponi e dentifricio. Da questo burro, ricavato dalla pressatura delle noci moscate, vengono prodotte anche le candele.

Impiego in cucina

Macinata fresca o grattugiata, la noce moscata è ideale per dolcificare e aromatizzare pietanze, in particolare  quelle a base di latte e formaggio, sformati, verdura, soprattutto spinaci e funghi, salse e pasta; e  ovviamente la béchamel, di cui è un ingrediente fondamentale. Da non dimenticare anche per insaporire la fonduta di formaggio.

Di regola la noce moscata viene grattugiata all’occorrenza, poiché gli ingredienti e gli aromi svaniscono velocemente.

La noce moscata e i macis sono ingredienti fondamentali del mix di spezie utilizzato in Nordafrica ras-el-hanout.

Sformato di verza con noce moscata

800 g di verza, 1 cipolla, 1 cucchiaio di olio d’oliva, un po’ di sale, 600 g di patate, 3 dl di panna,2 uova

1/3 di cucchiaino di noce moscata (appena grattugiata)

• Pulire la verza, tagliarla in otto parti, lavarla, togliere il torsolo e tagliarla a striscioline fini.

• Sbucciare la cipolla, dividerla a metà e tritarla finemente.

• Scaldare l’olio d’oliva in una padella, mettere la verza e la cipolla e fare soffriggere per 3–5 minuti.

Insaporire con un po’ di sale.

• Sbucciare le patate e tagliarle a fette sottili.

• Spennellare con olio d’oliva una teglia da sformato. Disporre alternati uno strato di patate e uno di

verza, concludendo con uno strato di verza.

• Mettere in un recipiente graduato la panna, le uova, la noce moscata e un po’ di sale e mescolare

bene. Cospargere lo sformato di verza con questa salsina.

• Preriscaldare il forno a 180°C.

• Infornare lo sformato e cuocere per circa 30 minuti.

Consiglio: lo sformato di verza è ideale come portata principale accompagnato dall’insalata oppure come

contorno della carne.

 Fonte EGK-Cassa della salute | Serie Conoscere le erbe di Brigitte Speck, Ursula & Christian Fotsch

 

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