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Intorno a questo piatto aleggia una leggenda delicata. Si tratta di un piatto antico di Teramo e si racconta, infatti, che per la prima volta fu preparato da sette fanciulle virtuose e belle; ognuna di queste aggiungeva qualcosa alla laboriosa minestra: chi un erba aromatica, chi un condimento.
Si cucina nel mese di maggio, mese in cui i frutti della terra hanno sapori intensi.
Qualcuno piu’ realistico afferma invece che virtuose massaie, raccogliendo i legumi e pasta rimasti dalla provvista invernale e unendoli agli aromi freschi della primavera abbiano realizzato questo eccellente piatto.
Per 6 persone:
cotiche di maiale gr. 200
prosciutto crudo gr. 100
un piedino di maiale
fave e piselli freschi per gr. 500
fagioli secchi, ceci e lenticchie per gr. 200
indivia, biete, sedano, carote, cipolle, foglioline di maggiorana e mentuccia, 1 spicchio d aglio, prezzemolo, spinaci, pomodoro.
Pasta secca all’uovo, formati diversi, gr. 200
Pecorino o parmigiano grattugiati, un pezzetto di lardo, sale e pepe
Mettere in ammollo i legumi secchi per 24 ore e cuocerli fino a meta’ cottura in acqua salata.
In una capace pentola mettere la verdura pulita, meno la cipolla, il prezzemolo, il pomodoro e l’aglio. In un’altra pentola lessare la carne. Quando cotta, disossare dall’osso, farla a pezzetti e rimetterla nel brodo.Unire a questo brodo i legumi la maggiorana e la mentuccia. In un tegame far rosolare il battuto di lardo e prezzemolo on cipolla l aglio e il pomodoro fresco, mescolare il soffritto e aggiungerlo al brodo unendo le altre verdure ben scolate. A cottura ultimata aggiustare di sale e mettervi la pasta le fave e i piselli. Accompagnare il minestrone on abbondante formaggio grattugiato; si puo’ gustare sia caldo che freddo