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Il termine pitta sta ad indicare una ciambella di pane semplice o condita con gli ingredienti più vari, di origine greco-latina e comune a tutto il mediterraneo arabo. La pitta ‘mpigliata o pitta ccu passuli è un rotolo di pasta dolce farcito e ripiegato su se stesso (da questa operazione forse deriva il nome) a formare tante roselline disposte a cerchi concentrici su una sfoglia rotonda. Ricorda infatti nell’aspetto la torta delle rose astigiana questo dolce antico, di cui si trovano tracce in un contratto di matrimonio del 1728 e che ancora oggi è portato in tavola al termine di alcuni pranzi nuziali, ma soprattutto a Natale. Ingredienti e decorazioni varinoa a seconda delle tradizioni familiari e dei gusti: alcuni nell’impasto sostituiscono il rosolio con vino cotto o moscato o aggiungono le uova, altri arricchiscono il ripieno con pinoli e fichi secchi, altri ancora alle rose conferiscono l’aspetto di fiori dalle corolle leggermente aperte o di garofani oppure piegano la pitta a forma di ferro di cavallo.
Ingredienti: 500 g di farina, 200 ml di olio extravergine d’oliva, 200 ml di Moscato, Vermut (facoltativo), 1 bustina di lievito per dolci, 2 uova, 3 cucchiai rasi di zucchero, 250 g di miele, 200 g di noci, 120 g di mandorle tritate o di pinoli, 130 g di uvetta sultanina tenuta a bagno in acqua calda e poi strizzata, zucchero, cannella, 1 pizzico di sale.
Preparazione: Amalgamare la farina con le uova, unire lentamente l’olio riscaldato con il vino, aggiungere la cannella e lavorare fino ad ottenere un impasto compatto. A questo punto unire anche il lievito e la cannella e continuare a lavorare per circa 20 minuti. Tirare 3 sfoglie di spessore medio, una rotonda da sistemare in una tortiera ben oleata ed una quadrata da cui ricavare delle strisce sottili di circa 20 cm di lunghezza e 4-5 cm di larghezza. Preparare il ripieno mescolando insieme la frutta secca e, a piacere, un bicchierino di Vermut. Stendere il ripieno al centro di ogni striscia per tutta la lunghezza, piegare a metà e chiudere, quindi avvolgere a spirale. Trasferire queste “roselline” sulla sfoglia tonda, dopo averla unta e cosparsa di zucchero, ponendole una vicina all’altra e aprendo leggermente l’orlo superiore per formare i petali. Far riposare il dolce per otto ore in un luogo tiepido, avvolto in un tovagliolo, prima di ungere e zuccherare la superficie e infornare a 160-180° per un’ora circa, coprendo se tende a scurire.
da Il Manuale del Borghigiano