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Il mistrà è un liquore tipico marchigiano e laziale ottenuto per distillazione di alcol di vino e aromatizzato all’anice (gradazione alcolica attorno ai 40%).
Trae le sue origini dalla conquista dell’omonima città (situata a circa 8 km dall’antica Sparta) da parte della Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1687 e terminata nel 1715. I veneziani scoprirono l’ouzo e lo portarono in patria battezzandolo con il nome della città conquistata. Da quel momento il mistrà divenne il liquore per eccellenza della Serenissima. Le dominazioni austriaca e francese segnarono il declino della sua popolarità in Veneto.
Il mistrà ha un gusto molto secco che lo rende ideale per correggere il caffè ma può essere bevuto anche liscio. A Venezia era anche bevuto alla maniera dell’ouzo e del pastis francese, mischiato con acqua. Alla fine dell’Ottocento il mistrà venne riscoperto da Girolamo Varnelli che ne interpretò e perfezionò la ricetta creando il Varnelli, l’Anice Secco Speciale, tipico prodotto marchigiano.
Essendo un prodotto di tradizione contadina normalmente viene prodotto e consumato in casa, il Varnelli invece, riconosciuto leader nel settore dell’anice, è commercializzato su vasta scala. il mistrà si ottiene dalla macerazione di semi d’anice in alcol a 70% vol. per 5-6 settimane. A freddo si aggiunge sciroppo di zucchero che alza il grado alcolico. Il risultato è un distillato puro, trasparente, con forti note d’anice, dolce e con retrogusto secco e amaro. Una vera delizia nel caffé o nell’orzo.