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Bartolomeo Stefani, autore dell'”Arte di ben cucinare” (1662), era convinto che la ricetta del successo in cucina fossero “buoni destieri e buona borsa”.
Cioè i mezzi e i soldi per procurarsi gli ingredienti giusti. Ai marchesi e duchi Gonzaga, di cui era cuoco di corte, non facevano difetto nè gli uni, nè gli altri. La cucina mantovana di oggi è in parte figlia di quegli aristocratici banchetti, ma anche della cultura contadina e delle tradizioni delle province vicine (sono otto quelle con cui Mantova confina: record italiano).
Lungo il fiume Mincio, persino i contadini dalla fame cronica protagonisti del Baldus, il cinquecentesco poema maccheronico di Teofilo Folengo, potrebbero oggi veder tradotti in realtà i loro sogni di pantagrueliche abbuffate.
Dalle colline moreniche alla confluenza con il Po, il Mincio è un susseguirsi di eccellenze, in natura e sulla tavola, che prendono forma nell’itinerario turistico “Delle oasi e del gusto”. Capunsei, agnolini, fuiàde con ragù di selvaggina, tortelli di zucca, riso alla pilota o risot menà, riso con i saltarèi, bìgoi con le sardele, maccheroni al torchio con lo stracotto d’asino sono i primi piatti per antonomasia nelle locande del fiume.
Tipici della cucina sono anche il luccio in salsa – recentemente entrato nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia nelle varianti luccio in bianco alla rivaltese e luccio in salsa alla rivaltese e luccio alla maniera di Pozzolo – e il pesce gatto fritto, ma la fanno da padrone anche i prodotti derivati dal principe della cucina mantovana, il maiale, come il gras pistà, le cicciole, il salame e il cotechino.
Per i dolci, insieme alla sbrisolona la cucina del Mincio propone altre prelibatezze uniche, come la torta di tagliatelle, il bisulàn, l’elvezia, la torta greca e la torta di S. Biagio.
A Cavriana, dal 20 gennaio al 4 febbraio, si celebra il Patrono San Biagio con una manifestazione che ha più di 450 anni e si svolge soprattutto all’insegna dell’enogastronomia: la “Torta di S.Biagio” è il dolce tipico di Cavriana ed è il dolce del giorno. E’ una maxi torta a base di mandorle, del diametro di oltre 3 metri, che viene tagliata a fette e offerta, da figuranti in abiti rinascimentali, al pubblico convenuto in Piazza Castello
Ingredienti per la pasta:
Farina bianca 400 g
Burro o strutto 80 g
Zucchero 80 g
Vanillina
Per il ripieno:
Mandorle sbucciate 300 g
Zucchero 100 g
Uova 2
Cioccolato fondente tritato 100 g
Scorza di limone grattugiata
Preparare una pasta frolla amalgamando gli ingredienti con l’aggiunta di un po’ di vino bianco, se occorre. Tritare finemente le mandorle e unire agli altri ingredienti del ripieno amalgamandoli bene. Stendere 2/3 della pasta nella tortiera, versarvi sopra il ripieno, stendendolo bene e decorare con la pasta rimanente ritagliata a striscioline. Cuocere in forno a 150° per 30 minuti circa.
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