La Tortionata

È il dolce che più caratterizza il territorio della provincia di Lodi. Descritta nelle specialità lombarde come “dolce tipico lodigiano”, di certo era già diffusa a Lodi nei primi dell’800, grazie all’opera di Carlo Tacchinardi, capostipite della famiglia di offellieri (l’offella era un focaccia dolce).
La tradizione venne portata avanti dai figli Giovanni e Gaetano e poi dal figlio di quest’ultimo Alessandro a cui, secondo la tradizione popolare, si deve il nome Tortionata.
Alessandro l’avrebbe chiamata così perché era la “torta di quando io sono nato, ovvero torta io nata”.
Altra versione attribuisce il nome a tortijon (fil di ferro attorcigliato) al quale la torta era equiparata per la difficoltà di esser tagliata a fette: inevitabilmente si rompe a pezzetti.
Con estrema probabilità, però, la ricetta della Tortionata risale al tardo medioevo, poiché presenta le caratteristiche tipiche dei dolci dell’epoca: la forma tonda, la presenza di mandorle, la mancanza di lievitazione che la mantiene bassa, la morbidezza nonostante sia una torta secca.

Preparato un impasto di mandorle, burro e farina, si aggiunge la buccia grattugiata di un limone.
Si procede poi con la spezzatura e la battitura a mano dell’impasto che, riposto nello stampo, è lasciato riposare un’ora prima della cottura.
Dopo il raffreddamento la Tortionata può esser confezionata con doppio incarto.

La Tortionata ha spesso l’onore di chiudere i menu proposti dai ristoratori del territorio in occasione della Rassegna Gastronomica promossa dall’Azienda di Promozione Turistica del Lodigiano che richiama ogni autunno migliaia di visitatori.
Oggi è entrata a far parte di diritto del Consorzio di Tutela dei Prodotti Tipici Lodigiani.

La Tortionata ha un intenso sapore di burro e uno spiccato profumo di mandorle.

La degustazione della Tortionata, imbiancata con una spruzzata di zucchero a velo, può essere felicemente accompagnata dal moscato o dal malvasia dolce ma anche dallo spumante, dal vino secco o passito.

 

fonte buonalombardia.it

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