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L’anice è una delle spezie più antiche, ed è diffusa in molte cucine. Era già conosciuta e utilizzata dai Greci, dagli Egizi e dai Romani per dare gusto alle vivande a base di pollo, maiale, verdure e piccoli biscotti digestivi.
Dal Medio Oriente si diffuse nel bacino del Mediterraneo e da lì in Europa, tanto che nel Medioevo era un ingrediente di numerose ricette in quasi tutti i paesi.
Ha un gusto tendente al dolce, e l’aroma ricorda quello dei semi di finocchio
La spezia è diffusissima e le ricette che la contemplano sono infinite.
Possiamo però dire a grandi linee che l’anice viene usato per dare gusto alle carni e al pesce ed è irrinunciabile per dolci e bevande tradizionali: torte, biscotti, panpepati, pandolci, frutta secca.
La coltivazione dell’anice è localizzata sui Monti Marchigiani e questi biscotti sono preparati sopratutto nelle province di Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.
Rientrano fra i prodotti tradizionali marchigiani e sono dolci composti da: farina, strutto, anici, zucchero, latte e uova.
Gli ingredienti si impastano e se ne ricavano biscotti che vengono cotti al forno su apposite lastre. Il prodotto viene lavorato interamente a mano, ed è meglio consumarlo preferibilmente entro una decina di giorni confezionato in sacchetti di carta per alimenti. Si prepara normalmente nei panifici e nelle pasticcerie ma può essere preparato facilmente anche in casa.
E’ tradizione accompagnare gli anicetti da un buon bicchiere di vino cotto.