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Si tratta di una minestra molto semplice, ma molto calorica rispetto alle abitudini alimentari di oggi.
Si prepara in una caratteristica pignatta di cotto, chiamata, appunto, Tofeja, e si cuoce in forno.L’ideale sarebbe un forno a legna o una stufa, ma, in mancanza di questi, ci si può accontentare del forno elettrico.
Anche i fagioli sono caratteristici (piattelline canavesane), ma credo che possano and a re bene i normali fagioli bianchi. Nelle campagne canavesane, i fagioli sono serviti innaffiati di latte freddo, ma non tutti apprezzano. Questa è una ricetta “ufficiale”. La ricetta di casa mia, però, prevede solo l’uso della cotenna (non degli zampini, del cotechino e del codino) e l’aggiunta di un paio di patate a dadini. È fondamentale la cottura lenta nel recipiente di terracotta.
Ingredienti per 8 persone:
fagioli secchi bianchi g 500 – cotenne di maiale g 200 – 2 zampini di maiale – 2 codini – un cotechino – un mazzetto di aromi – aglio – rosmarino – noce moscata – sale – pepe
Ammollare i fagioli in acqua fredda, per alcune ore. Insaporire i rettangoli di cotenna con pepe, noce moscata, aglio e rosmarino finemente tritati, quindi arrotolarli e legarli strettamente con lo spago. Porre nel caratteristico recipiente di terracotta le “rolatine” di cotenna, gli zampini, i codini, il cotechino e il mazzetto di aromi. Coprire il tutto con acqua e portare a ebollizione.Aggiungere i fagioli e fare cuocere in forno, a una temperatura non tropo elevata, almeno 4 ore (anche 6, se si usa un recipiente di terracotta), fino a ottenere una minestra abbastanza densa. A cottura ultimata, salare e portare in tavola la Tofeja.