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Il Buon Enrico (Chenopodium bonus-henricus), in dialetto bergamasco “Parüch” o “Farinel”, è un’erba tipica della montagna, ricca di ferro tanto da essere anche definita “spinacio selvatico”.
Una delle leggende più accreditate fa derivare il nome Bonus Enricus (Buon Enrico) dal fatto che fu Enrico IV di Navarra, mecenate e protettore dei botanici, a diffondere l’uso della pianta, dalle grandi proprietà nutritive, in un periodo di carestia.
E’ facile raccoglierla vicino alle baite, in prossimità delle malghe e delle cascine e le sue foglie verdi triangolari al tatto sono farinose.
In cucina questa erba deliziosa può essere usata in modi diversi: si aggiunge al minestrone, scottata in acqua bollente viene ben scolata e servita come insalata, oppure è possibile farla soffriggere con burro o olio, una leggera aggiunta di panna e formaggio grattugiato e sarà il contorno ideale per una saporita salsiccia.
Ottimo come contorno o nelle torte salate, nelle minestre e nella preparazione di salse di accompagnamento alle carni.
Le foglie più tenere si possono consumare crude, condite con olio, pepe, succo di limone e gherigli di noci.I nuovi germogli si possono sempre raccogliere, anche dalla cima di una pianta matura
Ingredienti
per la pasta
al Buon Enrico: 200 gr. Buon Enrico,300 gr. farina di semolino,500 gr. farina “00”,8 uova,1 pizzico di sale
Ingredienti per la crema di Casolèt della Val di Sole:
500 gr. panna,300 gr. Casolèt della Val di Sole
Lessare le foglie Buon Enrico, in acqua salata, per almeno 3 minuti.
Scolare e lasciare asciugare su uno straccio. Tritare le foglie ed aggiungerle alle due farine, preventivamente setacciate, un pizzico di sale e una ad una le uova. Impastare bene e lasciare riposare per 15 minuti. Tirare la pasta a sfoglie fine e tagliarla, a forma di tagliatella.
In una casseruola preparare la crema facendo sciogliere a bagnomaria il Casolèt con la panna.
Cuocere la pasta in acqua salata, scolare e condire con la crema di Casolèt, guarnire con gherigli di noci