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Tra Foligno e Spoleto si incontrano piccoli ed affascinanti borghi medievali immersi nelle colline tappezzate da ulivi. un insieme di piccoli centri abitati e castelli, sparsi in pianura o fra i boschi delle montagne. Un paesaggio incantato dove, a valle, si snodano le acque del Clitunno che per molti secoli scesero disordinate nella pianura finchè, con il prosciugamento del lago Clitorio, esse furono regolate. Le sorgenti erano così copiose da formare subito un grande fiume navigabile fino a Roma.
Con il nome di Spina sono indicati due nuclei abitati posti uno prima del valico, sul versante spoletino ed uno dopo, sul lato che discende verso Cammoro. Il primo, piccolo e vivace centro abitato denominato Spina Nuova è situato nel comune di Campello a 800 mt. sul livello della mare. Il secondo, Spina Vecchia, deve probabilmente il nome al castello sorto tra il XII e XIII secolo.
Il Castello di Spina si trova lungo un antichissimo itinerario, da cui prende il nome, che congiungeva la valle spoletina con Camerino passando per l’altipiano Plestia, già insediamento arcaico e importante punto di scambi commerciali. Spina era sorta probabilmente per difendere il valico più alto (900 metri) di questa strada che per un lungo periodo di tempo era stato un diverticolo della strada consolare Flaminia in quanto più breve della strada Plestina che passava per Foligno (Km.36 al posto di 50). A conferma di ciò alcuni tratti in costa, ormai abbandonati, della strada vengono indicati con il nome di “strada romana” mentre si ha notizia di numerosi rinvenimenti di materiali archeologici lungo tutto l’itinerario.
Nel XIII secolo sorge il castello di La Spina Vecchia legato per ragioni difensive a Spoleto. Nel XIV secolo il nostro castello ha il proprio Statuto approvato dai Priori spoletini; tali statuti sono documenti di moralità, giustizia, altruismo, cooperazione e benessere sociale. Nel XVI secolo sorge l’agglomerato di Spina Nuova non circondato da mura. Nel Castello c’è la Chiesa, ed è il parroco, primo cittadino, ad amministrare la giustizia nei reati più comuni. Ogni comunità ha proprietà collettive, quali boschi e prati dove ciascuno può pascere la propria mandria o il gregge, principale ricchezza del luogo, e fruttare il legname per gli usi familiari. Lo Statuto resta in vigore fino al 1834 quando, nello stesso anno, viene costituito il comune di Campello sul Clitunno.