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CABERNET RISERVA TORRAI PIAVE CABERNET SAUVIGNON DOC 2006 AZ. AGR. CONTE COLLALTO SUSEGANA TV medaglia oro 2011
Collalto dedica a questo vino le migliori uve di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Carmenère, destinandole a un attento e prolungato affinamento in pregiate botti di rovere per ottenere un vino dalla trama fitta di sentori vanigliati e di frutta rossa matura con un palato ricco e asciutto, in grado di accompagnare la cucina delle occasioni importanti.
Uve: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Carmenere Maturazione in botti grandi e barrique. Colore Rosso rubino con sfumature granate,profumo gentile e delicato con sentori di frutta di bosco e note mentolate e leggermente vanigliato.Gusto Asciutto, armonico e giustamente tannico
L’abbinamento è molteplice, particolarmente versatile con i piatti della cucina invernale, come i brasati e le carni in umido. Ottimo lo sposalizio con gli arrosti di maiale, capretto, agnello o con la cacciagione. Ideale con i formaggi stagionati (Formaggio imbriago, Castel de Conejan) e anche con le preparazioni alla brace (maiale, salsicce, prosciutti). Questo vino è adatto a un moderato affinamento in bottiglia.
Il Cabernet-sauvignon è un vitigno di origine bordolese, nelle zone del Médoc e delle Graves, ed è senz’altro la varietà più rinomata al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità.
Viene spesso usato in assemblaggio con Cabernet franc e Merlot, uvaggio che ha preso il nome di bordolese, dove è stato introdotto. In Italia ne esistono molte versioni, sia in purezza che con altri vitigni rossi. Ha grandi capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità pur esprimendo perfettamente anche quelle del terroir. È in grado di produrre vini intensi già nel colore, ricchi di tannini e sostanze aromatiche, capaci di lungo invecchiamento; grazie alla grande struttura di questo vitigno, si possono osare lunghe macerazioni e affinamento in legno, soprattutto rovere francese, che gli consentono di esprimere nel tempo un bouquet complesso e affascinante
Le origini del Cabernet-Sauvignon non sono certe: alcuni studiosi lo ritengono originario dell’Epiro, ed il nome deriverebbe dal corrispondente guascone Carbonet; secondo altri il Cabernet-Sauvignon sarebbe la vitis caburnica descritta da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, e corrisponderebbe al vitigno (e vino) greco Kapnios. Il nome Sauvignon deriva da una antica parola francese che significa “selvaggio” (sauvage). Tuttavia test genetici effettuati nel 1996 presso il dipartimento di enologia e viticoltura dell’Università della California a Davis hanno sorprendentemente dimostrato che il Cabernet Sauvignon è un incrocio (probabilmente avvenuto in maniera spontanea nel XVII sec.) tra il Cabernet Franc, vitigno a bacca rossa, e il Sauvignon blanc, vitigno a bacca bianca.
Oggi viene usato anche per la Vinoterapia, perché aiuta l’eliminazione delle cellule morte della pelle nei bagni vinoterapici.
Il Cabernet Franc presenta grappoli di medie dimensioni, cilindro-conici, mediamente compatti. L’acino è medio-piccolo, sferico, con buccia spessa, consistente pruinosa di colore nero-bluastro e sapore erbaceo più o meno intenso. Le epoche di germogliamento, fioritura e invaiatura sono medie, notevole la resistenza a malattie ed avversità con una sola eccezione: è molto sensibile alla botrite.
Dalle uve del vitigno Cabernet Franc, anche in questo caso rigorosamente vinificate in rosso, si produce un vino dal colore rosso rubino, caratterizzato da una buona struttura, un ricco bouquet (liquirizia, muschio, erba appena tagliata, frutti di bosco) e da un gusto fresco e piacevole. Il Cabernet Franc è un vino meno tannico del fratello Sauvignon e può quindi essere bevuto con grande soddisfazione anche d’annata. Nonostante ciò non disdegna la maturazione in botte dove però deve restare per un tempo più breve.
Il carmenere è un vitigno nero di origine bordolese proveniente soprattutto della regione vinicola del Médoc. Di colore molto intenso, aggiunge brillantezza, rotondità e carattere quando viene mescolato ad altri vitigni. Il Carmenère deriva dalla “Vitis biturica”, giunta nel bordolese in epoca romana e proveniente dal porto di Durazzo – Albania (Columella). Dalla Vitis biturica sono stati selezionati, nel bordolese, il Carmenère, il Cabernet Franc, il Merlot, il Cabernet Sauvignon, il Malbech, ecc.
Alla fine del XIX secolo è quasi sparito dalla Francia a causa della filossera ma è tornato in auge alla fine del XX secolo e si è particolarmente diffuso nella Cordigliera delle Ande (soprattutto in Cile e Perù). Viene utilizzato in alcuni vini argentini e californiani e viene coltivato nell’Italia Settentrionale, tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove in passato è stato introdotto perché confuso con il Cabernet franc.
Ad oggi si trova raramente in Francia, il produttore principale di Carménère è il Cile, con più di 8.800 ettari (2009) coltivati nel Valle Centrale. Italia occupa il secondo posto con circa 4.200 ettari, e viene anche coltivato in quantità minori nelle regioni della California e Walla Walla negli Stati Uniti.
Da 2009, la coltivazione del vitigno Carmenere e diventata DOC in Veneto
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abbinato ai piatti di Un’Itàlia:
Piatto n.111. Gnocchi di patata di rotzo, radicchio trevigiano e lardo di montagna
Proposto da: Ristorante la Peca
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