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Quando la campagna comincia ad essere avvolta da una leggera coltre di nebbia, sotto un cielo grigio e il freddo comincia a farsi più intenso, ecco comparire tra i banchi dei fruttivendoli e nelle fiere d’autunno le patate americane che, insieme alle caldarroste e accompagnate da un buon vino novello aiutano a riscaldare il corpo e a rallegrare lo spirito.
Gli intenditori o i consumatori più informati quando le coprano si assicurano che siano “patate americane di Anguillara”, area dove la coltivazione di questo tubero venne introdotta poco più di un secolo fa, trovando un terreno particolarmente adatto e fertile, soprattutto per le caratteristiche pedoclimatiche dell’area considerata.
Particolare importanza, infatti, riveste il fattore pedologico, essendo la patata una radice, per il cui sviluppo sono determinanti le condizioni del suolo, la conformazione , nonché le caratteristiche climatiche ed organolettiche.
Nel corso di un secolo la coltivazione delle patata americana ha assunto nell’area di Anguillara connotazioni sempre più forti, sia per quanto riguarda i peculiari aspetti agronomici e varietali, legati alle tradizionali tecniche di coltivazione e alla selezione di varietà particolari che la distinguono dalle altre coltivate in Italia, sia per la cornice culturale, fatta di tradizioni popolari e di arte culinaria. Questi aspetti hanno fatto si che la Patata Americana di Anguillara e Stroppare si ritagliasse una nicchi di mercato con una propria precisa connotazione e notorietà.
Secondo le notizie bibliografiche si apprende che la Patata Americana, originaria dell’America centrale, venne introdotta inizialmente in Toscana attorno al 1630, rimanendo però più che altro una curiosità botanica fino al 1880, quando il Duca Antonio Donà dalle Rose ne iniziò una coltivazione intensiva nei propri terreni, in provincia di Rovigo, a ridosso del fiume Adige. Da questa zona la coltura si estese al di la dell’Adige in territorio padovano e in particolare nella zona appunto di Anguillara e nella frazione Stroppare.
Qui la patata americana entrò nel consumo popolare, grazie alla sua completa utilizzabilità: le radici migliori venivano infatti utilizzate nelle tavole, quelle di scarto e la parte restante della pianta, sfalciata prima della raccolta dei tuberi, utilizzate per l’alimentazione del bestiame. Le varietà coltivate nella zona padovana sono tipiche di questo areale e in esso sono state via via selezionate dai singoli coltivatori, che tuttora procedono autonomamente alla moltiplicazione del materiale da trapianto, con tecniche di lavorazione rimaste pressoché immutate nel tempo.