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E’ uno dei primi prodotti frutticoli veneti cui il Ministero ha concesso l’indicazione geografica protetta per storicità e qualità
La zona di produzione della “Pesca di Verona” IGP è limitata alla provincia di Verona e in particolare comprende l’intero territorio dei comuni di Bussolengo, Buttapietra, Castel d’Azzano, Mozzecane, Pastrengo, Pescantina, Povegliano, S. Giovanni Lupatoto, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Castelnuovo del Garda, Lazise, Sant’Ambrogio di Valpolicella, San Martino Buon Albergo, Verona e Zevio.
Il marchio a tutela è riservata alle pesche a polpa bianca ed a polpa gialla ed alle nettarine a polpa gialla delle cultivar a maturazione precoce, media e tardiva appartenenti alla specie Persica vulgaris, Mill.
Il colore dell’epidermide dei frutti è molto esteso e intenso, la polpa è consistente e succosa, di sapore caratteristico dovuto al giusto equilibrio fra grado zuccherino e acidità legato alla scarsa attività vegetativa delle piante ed al particolare clima.
La zona di produzione individuata corrisponde ad un’area particolarmente vocata per la coltura della pesca, in quanto caratterizzata da un clima temperato dalla vicinanza del Lago di Garda e da un ambiente edifico ottimale.
I peculiari elementi ambientali e climatici legati indissolubilmente alla tradizionale e secolare opera dell’uomo hanno contribuito a conferire alla “Pesca di Verona” caratteristiche organolettiche e qualitative uniche.
La coltura del pesco nel veronese e il prestigio delle pesche Verona hanno origini assai antiche. Gia’ Plinio in epoca Romana riferiva nelle sue opere del «pomo della lanuggine» coltivato in territorio Veronese. Andrea Mantegna raffigurava poi le pesche nella Basilica di S. Zeno a Verona (1400).
Se i primi riferimenti alle pesche nell’area veronese risalgono ad epoca romana, gia’ nel 1700 comincia lungo l’Adige in provincia la coltura del pesco irrigua, nel 1890 si parla di 1.000 tonnellate prodotte e nel 1950 la superficie di coltivazione raggiunge i 5.000 ettari