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La sua storia e’ ricca e le sue origini prendono forma oltre 4000 anni fa.. La prima civilta’ a cadere in adorazione davanti alla cioccolata fu la popolazione olmeca dell’America centrale intorno al 1500 a.C.
Per i Maya i semi del cacao furono simbolo di vita e fertilità, rappresentati spesso in rituali religiosi. Nella cultura Atzeca viene attribuita la creazione della pianta del cacao al loro dio Quetzalcoalt che, trasportato da una stella mattutina, discese dal cielo portando con se una pianta di cacao rubata dal Paradiso.
Tanto nella cultura Maya che Atzeca i semi di cacao costituivano la base per una bevanda densa e amara denominata “xocoalt” o “elisir di lunga vita”. Veniva raccolto, lasciato fermentare, arrostito e macinato, mescolato con acqua, peperoncino e farina d’avena ..il risultato era una bevanda schiumosa e piccante.
I semi erano simbolo di ricchezza e venivano usati come moneta di scambio: un uovo costava 3 semi. Il tesoro di Moctezuma, il re Atzeco, ne conteneva un miliardo. Gli Atzechi credevano che forza e saggezza traessero origine da questa bevanda che godeva pure fama di afrodisiaco.
Pare che Moctezuma , per gustare questo prezioso nettare, usasse calici d’oro che venivano buttati dopo averli usati una sola volta… “rituale” che, pare, si ripetesse cinquanta volte al giorno! Il Vecchio Mondo conobbe questi “fagioli scuri” grazie a Cristoforo Colombo che al ritorno dell’ultimo viaggio li porto’ con se, insieme ad altre cose sconosciute e meravigliose..la Spagna arricchi’ con spezie, cannella, noce moscata, vaniglia, il gusto amaro del cacao e qualcuno decise che se servito caldo aveva un sapore migliore. Fernando Cortez non gradiva la bevanda ne’ calda ne’ fredda, ma quando nel 1519 conquisto’ il Messico la sua curiosita’ fu destata dal valore di questi semi usati come valuta e decise di farne una piantagione in nome della Spagna, pensando così di “coltivare soldi”.
Per molti anni le navi tornavano dall’America colme di raccolto… la Spagna custodì il segreto del cacao per oltre cent’anni. Tant e’ che i bucanieri inglesi, che intercettavano le navi, distruggevano il carico pensando fosse inutile. In Francia il cacao arrivò attorno al 1650 quando la principessa Maria Theresa porto’ in dono di nozze a Luigi XIV un cofanetto di semi e la bevanda che fece conoscere fu definita dai francesi “ orribile miscuglio liquido e marroncino” Una mistura fredda chiamata “tlaquetzalli” (cosa preziosa) aveva un accentuata componente di peperoncino e sembra sia andata scomparendo e che non se ne siano state tramandate ricette ma alcune delle prime versioni europee della cioccolata derivano sicuramente da essa.
L’arte e la letteratura si ispirarono spesso a linguaggi erotici evocati dal cioccolato ..dal Marchese de Sade a Casanova, che usava champagne e cioccolato per sedurre le signore. In Inghilterra arrivo’ dopo vent’anni quando un francese apri’ a Londra, il primo negozio. Attorno al XVII secolo era diventata una moda, uno status symbol per gli aristocratici, spesso raffigurati in dipinti dell’epoca che oziano con una tazza di cioccolata tra le mani. In Germania venne adirittura imposta una tassa ..” per chiunque decidesse render omaggio ai propri piaceri”.
Nel 1820 le piantagioni di cacao erano sparse per tutto il globo ed ebbe inizio la produzione di macchinari e strumenti per renderlo il piu’ possibile commerciabile. Tecniche segrete di torrefazione, di miscela, ricette tradizionali o interpretazioni innovative e creative sono state tramandate di generazione in generazione. Il cioccolato evoca sensazioni di totale piacevolezza; e’ per il palato cio’ che il velluto e’ per il tatto…..piacevole e pigramente erotico; ogni senso di colpa e’ sopito da tale dolcezza.